“L’eclissi di Hong Kong” di Ilaria Maria Sala
“L’eclissi di Hong Kong” di Ilaria Maria Sala, edito da Add Editore (euro 20, pp. 220), è uno di quei libri che ti trasporta in Asia e ti racconta meticolosamente le vicende storiche che Hong Kong ha vissuto fino ad oggi.
Sorprendentemente, attraverso una analisi dei quartieri più vivi della città, descrive la “rivoluzione” o, come Sala afferma, il “tumulto” dei cittadini che hanno visto il controllo britannico fino a quello cinese. Per chi non conosce la storia politica di Hong Kong, è un libro che ricostruisce il cambiamento che la città sta vivendo, attraverso le proteste cittadine. Come la stessa autrice afferma: “Il libro è stato descritto in un periodo di grande trauma collettivo e di crescente timore per il presente e il futuro di una città, o meglio, di un territorio che per decenni è stato la dimostrazione eclatante del tipo di società prodotto da una popolazione il cui pensiero è libero dalla propaganda e dal nazionalismo. Il paradosso della storia di Hong Kong è che il contesto di libertà si è sviluppato sotto un’amministrazione coloniale, quella britannica, che pur non favorendolo, non è riuscita a impedirne la realizzazione”.
Nel testo si fa presente come la Cina abbia approvato la nuova legge sulla sicurezza nazionale, nonostante le continue proteste dei cittadini di Hong Kong. Questa legge sta già limitando alcuni diritti fondamentali dei cittadini, che godevano di maggiori libertà rispetto al resto dei cittadini cinesi. Infatti, bisogna precisare che la regione di Hong Kong gode di uno “status speciale”. Dopo 155 anni come colonia britannica, nel 1997 è stata restituita alla Cina con la condizione di mantenere un regime diverso dal resto di quest’ultima e per questo è entrata in vigore la Legge sulla sicurezza nazionale. Pertanto a Hong Kong, a differenza della Cina, c’è una democrazia limitata: i cittadini possono eleggere metà dei loro rappresentanti nell’Assemblea legislativa.
Il sistema giudiziario è un riflesso del modello britannico e, naturalmente, la Cina ha l’ultima parola. Ma la cosa più notevole è che i diritti fondamentali sono totalmente vietati in Cina, a differenza di Hong Kong, dove sono garantite (ancora per poco?!) la libertà di espressione, di riunione e di stampa. Per questo Hong Kong è stata vista come una “città di protesta”, in cui è più facile manifestare contro il governo cinese. Fatta questa premessa è ormai già da un paio di anni che hanno luogo diverse manifestazioni di gruppi a favore della democrazia in città. Soprattutto dopo il tentativo di approvare una legge sull’estradizione, che consentirebbe alle persone detenute a Hong Kong di essere processate nella Cina continentale, dove non ci sono così tante garanzie di indipendenza della magistratura. La maggior parte delle manifestazioni sono state pacifiche, ma in alcuni casi ci sono state rivolte.
L’autrice racconta anche di come la Cina censuri l’accesso a molti siti web e della difficoltà di incontrare libri ritenuti “di protesta” e, in questo modo, diversi cittadini affermano di guardare con preoccupazione al futuro della propria città.
La scrittrice è sicuramente riuscita nel suo intento, ossia quello di dare al lettore quella chiave critica per comprendere ciò che la città sta attraversando, rendendoci più consapevoli di una parte di storia di cui si sente parlare solo marginalmente. Inoltre, ciò che facilita la lettura è un racconto mai noioso, ma molto coinvolgente e avvincente, una storia della quale molti di noi devono venire a conoscenza!
Assunta Cecere