“Le nostre anime di notte”, con Lella Costa ed Elia Schilton, al Carcano. L’amore tra ultrasettantenni può esistere?
La nostra società è pronta ad accogliere l’amore tra persone della terza età? Serena Sinigaglia porta in scena al Teatro Carcano di Milano “Le nostre anime di notte”, un romanzo di Kent Haruf. Gli interpreti sono due artisti di successo nel panorama teatrale italiano: Elia Schilton e la grande Lella Costa.
L’amore tra due anziani, Addie e Louis, nasce per ragioni malinconiche come la terza età: una vedova, stanca di addormentarsi da sola, chiede al vicino di casa di condividere il letto con lei, senza alcun fine erotico. Lentamente nascerà l’amore, un sentimento ostacolato dalle malelingue dei vicini e dagli egoismi dei figli, ma che trionferà su ogni cosa. La trama crea un inusuale accostamento tra romanticismo e i temi della vecchiaia, come la vedovanza, la solitudine, l’impotenza sessuale, il decadimento fisico, la malattia, il rapporto con i figli ormai grandi ed i nipoti. Addie e Louis tuttavia hanno la lucidità e la profondità di due giovani nel vivere una storia d’amore singolare ma non meno importante e degna di essere vissuta.
Il ritmo della recitazione è lento, per lasciare sedimentare le emozioni, l’azione si libra tra presente e passato grazie a lunghi flashback effettuati mediante dei monologhi appassionati. L’adattamento teatrale di Emanuele Aldrovandi prevede che talvolta i due attori recitino un dialogo teatrale, ma spesso si trasformano in narratori esterni onniscienti che raccontano la vicenda in terza persona, rendendola una storia d’amore non dissimile da quelle che potremmo trovare in un romanzo.
Le scenografie di Andrea Belli sono il trionfo del metateatro: sul palco sono presenti oggetti che solitamente si trovano dietro le quinte: riflettori, corde, bauli e molto altro ancora. Al centro è stata ricostruita una camera da letto vecchio stile, con molte fotografie in bianco e nero. È qui che i due protagonisti si incontreranno e trascorreranno le loro notti di chiacchiere e affetto. Si tratta di una soluzione molto simile a quella di Arlecchino servitore di due padroni, ma lo scopo è ben diverso: con lo svilupparsi della vicenda la camera verrà smontata e, quando Addie e Louis saranno costretti a separarsi dall’ostilità dei parenti, le pareti della stanza crolleranno a terra rumorosamente. Un attore veste i panni di un tecnico teatrale, e si occupa silente dello smantellamento della scena, riportando costantemente alla mente del lettore il fatto che tutto ciò che sta accadendo in scena è finzione. Sono degne di essere menzionate le luci di Roberta Faiolo, in particolare il raggio di luna che entra obliquamente dalla finestra.
Un duetto apprezzabile per la delicatezza e l’attenzione rivolta ai sentimenti, che è stato accolto da un pubblico entusiasta e numeroso. Ancora una volta Lella Costa ha riscosso un grande successo.
Valeria Vite
Fotografia di Marina Alessi