L’ambiente, l’amore, i sogni: temi che vanno diffusi “Ad alta voce” – Intervista a Valentina Iannone
Una denuncia sociale, che riguarda l’ambiente, ma anche l’importanza della propria libertà, di amare e di sognare. Tutto questo viene cantato nell’EP “Ad Alta Voce” da Valentina Iannone, anticipato dal singolo omonimo con relativo videoclip diretto da Guglielmo Lipari. Valentina Iannone è una cantautrice campana dalla voce potente: il suo percorso musicale è iniziato a cinque anni in modo molto naturale e non si è più fermato. Tra le varie esperienze lungo il suo cammino musicale si annovera il Coro Pop diretto dal Maestro Ciro Caravano dei Neri Per Caso fino al tour “Libera” del 2019, che l’ha portata ad aprire il concerto di Fabio Concato a Cava de’ Tirreni. L’abbiamo raggiunta telefonicamente per parlare del suo esordio “Ad alta voce” e non solo.
L’EP “Ad alta voce” è uscito da poco, un lavoro di denuncia sociale importante, come lo descriveresti?
Il concetto di “Ad alta voce” è trovare se stessi, seguirsi, e soprattutto portare segni positivi nel luogo in cui viviamo, a partire dal rispetto per l’ambiente, senza voltarci dall’altra parte con indifferenza e senza più pensare che non ci siano alternative, non possiamo più permettercelo. “Ad alta voce” è anche il singolo che da il titolo all’EP, la cui uscita era inizialmente prevista a marzo 2020, ma il Covid ha stravolto le carte in tavola. Tuttavia la situazione di emergenza sanitaria mi ha portato a far uscire questo lavoro, in cui sono stati inseriti, oltre “Ad Alta Voce” altri tre brani: “Liberi” che parla della libertà e il coraggio di essere se stessi, “Fuori” che parla d’amore e “E non finisce” che parla di un viaggio interiore, in cui si cerca la propria natura e il proprio io per poterli seguire senza nessun timore.
Quando hai scritto i brani di “Ad altra voce”?
Tutti i brani sono nati prima del 2020, ma durante il primo lockdown ne ho scritti di nuovi, a cui sto lavorando per le uscite di quest’anno.
Sei laureata in scienze ambientali, quanto ti preme il tema dell’ambiente?
Lavoro da diversi anni nel campo della comunicazione ambientale e cerco di trasmettere l’importanza e il rispetto verso ciò che ci circonda, cosa che dovrebbe nascere spontaneamente, ma purtroppo non è così. Le conseguenze ambientali dovute alla mancanza di senso civico non sono immediate e questo non permette di vederne l’importanza: siamo noi a dover salvare noi stessi perché l’ambiente si salva a prescindere.
Nel testo di “Ad alta voce” canti “il dio denaro ci farà scomparire” a cosa ti riferisci in particolare?
La maggior parte di noi pensa al lavoro, a produrre in modo costante, dimenticandosi delle cose più importanti. Mi auguro che il lockdown abbia portato a riflettere e a far capire l’importanza delle piccole cose, e riportare alla luce valori forti come stare in famiglia.
Sempre in “Ad alta voce” canti “spero che tutto cambi per rimanere eterno”: ti senti fiduciosa verso il futuro?
Io ci credo molto, cerco di trasmetterlo a tutti: se riuscissimo a trattare meglio la Terra in base al proprio senso civico sarebbe fantastico.
In “Liberi” canti “siamo solo tanti fili, tante marionette che non sanno più pensare”, ti riferisci al fatto che fatichiamo a seguire i nostri sogni?
Sì, a volte vedo che andiamo tutti di fretta, corriamo, ma non sappiamo dove stiamo andando. Penso che molti non si chiedano quale sia il senso della propria esistenza, vengono fagocitati dalla società e non si pongono domande. Abbiamo bisogno di emozionarci: questa capacità riuscirebbe a trasmettere segnali positivi anche agli altri, altrimenti l’esistenza sarebbe sprecata.
“Fuori” e “E non finisce” mi ricordano, nelle atmosfere, il gospel, con chi hai lavorato per i cori?
Per i cori registrati in “Fuori” ringrazio Roberto Sterpetti, che è stato per tanti anni corista a Sanremo, sono merito suo. Su “E non finisce” invece devo ringraziare Phil Mer che ha arrangiato il brano, dando più l’idea del musical. Sono onorata delle collaborazioni che ho avuto grazie a questo lavoro.
Uscirà un altro singolo / video dall’EP?
Ci sto pensando, tra i brani dell’EP “Fuori” è tra le più ascoltate e apprezzate.
Nel 2019 sei stata in tour, avevi già presentato tutti i brani al pubblico?
Non tutti, solo alcuni. Spero che la situazione si sblocchi presto, abbiamo bisogno di musica del vivo, del pubblico, degli sguardi.
In “Fuori” canti “fuori, dove il mondo è a colori”, a cosa ti riferisci?
L’amore ti catapulta in una dimensione surreale. Nel mondo che vedo in quella canzone esiste soltanto l’amore: grazie all’amore tutto è possibile, ma anche inverosimile.
Ho letto che stai studiando composizione pop rock al conservatorio di Benevento e Popular Music Vocals all’università di West London, comporrai anche in inglese?
In questo periodo ho cercato di continuare a investire e a formarmi, vorrei che la musica fosse il mio lavoro e cerco ogni canale per aprirmi più porte possibili per realizzare questo sogno. Ho sempre scritto in italiano, ma magari un giorno proverò a scrivere in inglese, mi è stato anche detto che il timbro della mia voce si adatterebbe bene anche a questa lingua.
Nel 2008 sei entrata a far parte del coro pop del Maestro Ciro Caravano, quanto ti è servita questa esperienza?
Con Ciro è stata un’esperienza di crescita sia professionale sia umana. A livello professionale ho appreso tantissimo. A parte la condivisione con gli altri, requisito necessario per fare musica, ho affinato molto l’orecchio, che doveva adattarsi a più voci che cantavano contemporaneamente. È stata un’esperienza importante, anche se breve, che si è conclusa con un lavoro discografico, “We can do magic” con canzoni pop riarrangiate da Ciro.
Come racconteresti il tuo percorso musicale?
Il mio percorso musicale è iniziato da bambina, in modo molto naturale, e negli anni è cresciuto; credo che le cose non capitino per caso e che ogni evento mi abbia portato a un successivo passo per arrivare a chi sono oggi. Ogni passo mi ha regalato tanto, anche nei momenti complicati e difficili. Ciò che faccio e sono adesso è il prossimo step a ciò che sarò domani.
La copertina di “Ad alta voce” è a cura di Andrea Scoppetta, cosa rappresenta per te?
Ho cercato di unire più arti per cercare di trasmettere il messaggio. Ringrazio Andrea Scoppetta, fumettista della Disney, con cui ho parlato del concept dell’EP e del singolo, soprattutto dell’idea di un cambiamento che comporta una sorta di miglioramento verso se stessi e gli altri. Gli ho lasciato libertà di esprimersi sulla base di ciò che gli avevo raccontato. Le braccia aperte rappresentano il cambiamento, l’idea di infondere energia.
Roberta Usardi
Fotografia di Alfonso Maria Salsano
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