“La spiaggia degli affogati”, il romanzo di Domingo Villar
“Affogare: 1. Uccidere una persona o un animale in acqua o impedendogli di respirare. 2. Togliere il respiro. 3. Dare a qualcuno una quantità eccessiva di qualcosa, coprire, sommergere, caricare. 4. Spegnere o soffocare un fuoco. 5. Estinguere, sopprimere.”
Un mattino di ottobre, quando i turisti hanno lasciato le spiagge e a Panxón regna la quiete e il silenzio, il mare restituisce il cadavere del pescatore Justo Castelo, trovato a sud di Vigo, annegato. Il caso non meriterebbe particolari attenzioni se il corpo, rinvenuto sulla spiaggia del piccolo paese, non avesse le mani legate con una fascetta (per il verso contrario attorno ai polsi) e un colpo alla nuca.
“Non gli erano mai interessati i colpevoli; per Leo Caldas era fondamentale conoscere il movente, il perché.”
Così l’ispettore Leo Caldas, dapprima con un certo distacco poi sempre più coinvolto, si addentra nella vita di J. Castelo, detto Il Biondo, apparentemente suicida. A indagare insieme al riflessivo e malinconico ispettore Caldas c’è l’agente aragonese Rafael Estévez, collega dal carattere schietto e dalle reazioni improvvisate e poco ragionate e, tra gli alti e bassi del loro difficile e a tratti comico rapporto, grazie ai racconti di un vecchio lupo di mare e alla raccolta di vecchie fotografie di un parroco in pensione, riusciranno a legare il presente al passato dove ogni tassello serve a ricostruire un puzzle complicato.
Leggendo “La spiaggia degli affogati” (Ponte alle Grazie, Collana Scrittori, pp. 492, euro 18,50) vi affezionerete sicuramente a Leo Caldas, un personaggio dal carattere riflessivo e un po’ schivo, dotato di un acuto ingegno. L’autore, Domingo Villar, con la tecnica del sommario, ritmando il racconto e costruendo un leggero passaggio fra i vari episodi, ci accompagna con la sua scrittura brillante in una crime fiction, incuriosendo e invogliando il lettore, non tanto con colpi di scena a effetto, quanto con la suspense sottile che viene dalla curiosità di scoprire cosa si cela dietro la morte di Justo Castelo e il naufragio, dodici anni prima, dello Xurelo. Un ruolo importante nella narrazione è ricoperto dall’ambientazione: la Galizia, che l’autore descrive con dovizia di particolari, riempiendo la storia narrata di atmosfera e fascino. Protagonista il mare che, con la sua forza e la sua impetuosità andrà a infrangersi con brutalità sulle vite di tutti i personaggi coinvolti nell’indagine.
“Orizzonte: 1. La linea, osservata da un punto distante, lungo la quale il cielo sembra toccare la terra o il mare. 2. Il tratto della superficie terrestre che ne risulta limitato. 3. Nuova possibilità o prospettiva che una cosa offre. 4. Campo d’azione, ambito di conoscenze di qualcuno.”
Se amate le storie ricche di mistero, calore e intensità, non lasciatevi sfuggire questo noir.
Rina Spitaleri