Intervista a Lucio Leoni: molto più che un “cretino”, che con il suo nuovo “Dove sei” promette di renderci doppiamente felici
È da poco uscito, nel mese di Maggio, “Dove sei pt.1” (Lapidarie Incisioni / Black Candy), primo capitolo del nuovo doppio disco di inediti di Lucio Leoni, uno degli artisti più interessanti e in ascesa di questi anni. Lo intervistiamo per saperne di più.
L’album segue, e in qualche modo completa e definisce, i precedenti “Lorem Ipsum” e “Il Lupo Cattivo”, ma ha una personalità tale da rappresentare secondo me anche un’ideale “porta d’ingresso” per chi desidera entrare in un mondo, il tuo, estremamente ricco e denso di stimoli, riferimenti e visioni. Come ti poni nei confronti di chi ti ascolta per la prima volta? Pensi che l’arte debba provocare, mettere a disagio (citando il testo dell’ultimo potentissimo “pezzo” dell’album, “Mi dai dei soldi”, frutto della collaborazione con il geniale autore e attore teatrale Andrea Cosentino)?
Sì, penso che possibilmente debba anche dare fastidio! Io quando ascolto un/un’artista per la prima volta mi pongo con curiosità: pronto all’esaltazione, ma anche pronto al vomito e credo valga questo un pò per tutti. L’importante è avere voglia di ascoltare il nuovo ed essere disposti ad essere messi in crisi.
A proposito di Teatro: quali sono state le tue esperienze in questo mondo (e quali altre hai magari in progetto di fare ancora) e come pensi che influenzino e in generale si integrino con il tuo progetto artistico?
Ho avuto la fortuna di lavorare con il Living Theatre e di fare un po’ di esperienze “di cantina”, soprattutto, l’ho studiato molto. Non sono un attore né un regista, tantomeno un drammaturgo. Sono un appassionato. Credo che attraversare quel tipo di palcoscenico poi ti regali uno sguardo diverso sull’idea di narrazione (quando si tratta di scrivere) e di performance (quando si tratta di salire sul palco di un concerto).
Questo potrebbe essere definito il “disco della tua maturità”, e per ricchezza e profondità dimostra assolutamente di esserlo, ma cos’è per te la “maturità”, ed è davvero ciò che ambisci a raggiungere?
Questa è difficile… non ho idea di cosa sia la maturità onestamente. Altrettanto onestamente sono costretto a dirti che non ho molto chiare le mie ambizioni. Voglio essere sereno, sorridente ma anche triste e contratto. Forse la maturità è un equilibrio tra questi stati: non credo esista la felicità in senso assoluto.
Il tuo approccio alle cose che fai, e forse chissà alla vita, mi fa istintivamente pensare all’”Artista totale”. Bruno Munari è stato un riferimento assoluto in questo senso. Lui, se costretto a scegliere una sola “etichetta”, si autodefiniva “designer”, anche perché diversamente dall’artista un designer lavora in gruppo e non da solo. Tu in questo senso come ti definiresti: artista romantico o designer oggettivo?
Wow. Munari è una figura che mi affascina da sempre per cui direi designer oggettivo: in questo senso questo disco, della maturità come dici tu, è frutto di un lavoro assolutamente collettivo che mi ha visto lavorare a due dischi con tantissime anime, musicisti, collaboratori, produttori, videomaker e ognuno di questi, oltre al suo campo specifico si è fatto autore e ha lasciato il suo tratto distintivo.
Mi sembra molto interessante la scelta di suddividere in due momenti e dilatare nel tempo questo tuo nuovo album di inediti “Dove sei” (una cosa rara, anche se hai dei precedenti illustri: lo fecero i Radiohead con Kid A e Amnesiac e fu un grande successo). Immaginiamo che l’obiettivo sia di consentire ai tuoi ascoltatori di ascoltare e metabolizzare bene i tuoi nuovi pezzi e allo stesso tempo di non essere costretto a scartare qualcosa di creativamente valido a causa dell’abbondanza. È andata così? Considerando che i riferimenti alla contemporaneità sono sempre molto presenti nei tuoi testi, con quale criterio sei riuscito a scegliere quali pezzi inserire nella prima e quali invece nella seconda parte?
È andata assolutamente così. Per quanto riguarda la scelta quella è stata una sorta di lotteria: abbiamo creato due squadre da otto cercando di renderle il più equilibrate possibile. Siamo arrivati anche a dare i ruoli ad ogni canzone. Da qualche parte ho ancora il foglio con i marcatori (la partita è finita 2-2).
Guardando non indietro ma avanti, cercando il futuro: cosa dobbiamo quindi aspettarci da “Dove sei” Pt2 ( è confermata l’uscita in autunno, hai già una data?)
Date ancora no ma l’autunno è confermato. Per quanto riguarda le anticipazioni posso dire questo: se la prima parte si è aperta con il teatro la seconda si aprirà con il cinema.
E infine, come si sente oggi Lucio Leoni: “più felice o più un cretino” (non fraintendete, ascoltate il disco per capire il senso della provocazione…)?
Più un cretino. Decisamente.
Alessandro Bizzotto
“Dove Sei pt.1” è suonato da: Lorenzo Lemme (Batterie), Daniele Borsato (Chitarre), Nicoletta Nardi (tastiere), Giorgio Distante (Eufonio, tromba), Marco Colonna (Clarinetti).
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