IL PINOCCHIO DARK AL TEATRO OUT OFF
Arriva a Milano in prima nazionale al Teatro Out Off – fino al 6 ottobre – dopo il debutto a Palermo, lo spettacolo “Hard to be Pinocchio”, tratto dal libro di Collodi e pronto a trasporre la visione favolistica in un mondo tetro e oscuro.
Il palco è al buio, forse nasconde qualcosa o forse rappresenta già il lato oscuro della mente e dei sogni. Forse è davvero così perché, non appena inizia lo spettacolo, si vede che il palco si è trasformato in terra arida, non esiste casa, ma solo il contorno di essa con armadi aperti e senza ante, letti, sedie e tavoli nudi e atmosfera tetra. Sembra di entrare in un altro mondo, in cui piano piano avanza un uomo mascherato con dei fogli in mano, che impreca urlando sulle dolci note dell’”adagio” di Albinoni. La musica poi cambia fino a trasformarsi in un battito cardiaco costante e poi in un beat più veloce e inquietante. E mano a mano entrano tutti i personaggi, apparentemente diversi da quelli che abbiamo immaginato nella favola di Collodi, ma riconoscibilissimi dalle prime battute. Pinocchio è Geppetto o Geppetto è Pinocchio? Questo è il dilemma che permea l’intero spettacolo; il padre si identifica o sogna l’amato burattino-figlio e si scontra con paure, menzogne, giochi atroci e illusioni. Le avventure di Pinocchio si susseguono così come le conosciamo, ma con un punto di vista nuovo e ambiguo, come parte di un sogno e a volte come un delirio. Geppetto/Pinocchio è circondato da presenze che lo tentano, lo ingannano fino a spogliarlo della sua identità, non c’è una morale, l’io si perde nel vortice degli eventi.
L’adattamento, scena e regia di Simone Mannino è originale e curioso, anche se a tratti lento e debole, per uno spettacolo forse un po’ troppo lungo e con elementi di impatto a volte troppo forte. Gli attori Paolo Mannina, Simona Malato, Ada Giallongo, Valeria Sara Lo Bue, Jesse Gagliardi e Claudio Pecoraino riescono a sostenere con bravura uno spettacolo articolato e complesso.
Roberta Usardi