Il cinema finlandese: bianco e nero di struggente poesia
Poco dopo la Rivoluzione d’Ottobre, la Finlandia otteneva l’indipendenza dalla Russia ma se nel 2017 ha festeggiato i suoi 100 anni, il suo cinema ne ha compiuto 110 perché il primo film realizzato dalla cinematografia finnica, oggi purtroppo andato perduto, “I distillatori clandestini” è datato 1907.
Organizzata dal Festival “Una finestra sul Nord” in collaborazione con l’Ambasciata di Finlandia a Roma e la Fondazione Sistema Toscana, la mostra fotografica Donne Forti Luce Tenue al Cinema La Compagnia di Firenze dal 18 gennaio all’8 febbraio vuole essere un percorso nella storia del cinema finlandese, puntando l’occhio particolarmente sul ruolo della donna non solo come attrice ma anche come autrice, sceneggiatrice o ideatrice di film. Poche, molto poche in realtà solo quattro sino al 1962 e spesso mai in maniera autonoma ma come mogli di un regista o compagne di un attore.
Non è un caso, infatti, che una delle pellicole più apprezzate del cinema finlandese sia “Il Bianco pastore di renne” girato in bianco e nero nel 1962 dal regista Erik Blomberg assieme alla moglie Mirjami Kuosmanen che ne è anche la protagonista.
Queste attrici interpretano donne forti e indimenticabili, i cui tratti sembrano riflettere la magica luce del Nord, mai violenta ma tenue e delicata. I 18 ritratti di figure femminili che hanno fatto la storia del cinema finlandese, presenti alla mostra, ci regalano la nostalgia di un’epoca, di un mondo apparentemente lontano eppure così vicino a noi così bisognosi di attimi di sincera poesia.
Francesco De Masi