“I casi di Bolla. La Morte e il Mago” di Marco Castagna
“ll primo arcano era la Morte, il secondo il Bagatto. Non si può prevedere il futuro. Si può solo provare a indovinarlo. Per farlo bisogna essere abbastanza bizzarri, almeno quanto lo è il caso. E Bolla era uomo bizzarro.”
Protagonista del libro “I casi di Bolla. La Morte e il Mago” è il cartomante e indovino Bartolomeo Bolla, che un giorno si ritrova coinvolto nella ricerca dell’amante di Rebeca Sausa, una incantevole escort. È così che Bolla – il macumbeiro che riesce a capire l’anima delle persone – da quel giorno inizia l’ardua ricerca del notaio Salvatore Di Blasi attingendo ai suoi tarocchi, alle conoscenze e sbirciando negli abissi della sua città, Palermo, come se fare l’investigatore fosse il suo mestiere.
Marco Castagna – con un debole per i tarocchi – nella sua detective story “I casi di Bolla. La Morte e il Mago” (Edizioni Spartaco, novembre 2021, Collana Dissensi, pp. 168, euro 14,80) ci regala una lettura rilassante, suddivisa in otto capitoli, caratterizzata da un ritmo scorrevole e frenetico, in cui Palermo – maestosa nei suoi palazzi nobiliari e umile nelle botteghe artigianali – e la sicilianità più pura fanno da padrona. Il suo è un giallo che introduce personaggi e ambientazioni popolari e piccolo borghesi, dove il centro dell’attenzione è spostato sulle motivazioni umane che portano al delitto, più che sulla ricerca degli indizi materiali.
Due carte dei tarocchi, la Morte – la fine, un accadimento obbligato e ineluttabile – e il Bagatto – un giocoliere, un prestigiatore che dispone degli attrezzi del mestiere sono il filo conduttore del giallo. Il Bizzarro Bartolomeo Bolla, tra una lettura di carte e la conduzione del suo programma televisivo Lo Scrigno dell’anima, con l’aiuto dell’ex poliziotto appassionato di vino zio Tango, la “spicciafaccende” Nica e l’amica di infanzia medico legale Dada, conduce le ricerche nell’ambiente dell’alta borghesia palermitana scoprendo gli illeciti affari del notaio Di Blasi (Mister T) e dei suoi colleghi, entrando in contatto con il mondo della prostituzione e ricostruendo l’intricato intreccio attorno alla scomparsa del notaio – rinvenuto morto al porticciolo turistico della Cala.
“Prese il mazzo che aveva poggiato sul tappeto e distribuì tutte e ventidue le carte attorno a sé cominciando dalla sua sinistra e formando un ampio semicerchio che finiva alla sua destra.
Chiuse gli occhi e dopo qualche minuto li riaprì.
E vide.
Vide tutto.”
La caratterizzazione dei personaggi è affascinante. L’empatia di Bolla consente di usare un metodo investigativo che consiste nel cercare di immedesimarsi con la personalità e l’umanità dei diversi personaggi di un caso criminale. Bolla entra in contatto con i possibili sospettati, ne percepisce la sofferenza e il burnout sino al punto di arrivare a giustificare il loro comportamento. Il mondo della divinazione ha un ruolo fondamentale e questo rende la storia originale e fuori dal comune. “I casi di Bolla, La Morte e il Mago” è consigliato a tutti coloro che amano il giallo con una nota divertente e ironica.
Rina Spitaleri