“GLI ANIMALI NELL’ARTE – DAL RINASCIMENTO A CERUTI” IN MOSTRA A PALAZZO MARTINENGO A BRESCIA
A Brescia nella suggestiva location di Palazzo Martinengo è in corso – fino al prossimo 9 giugno – la mostra “Animali nell’Arte dal Rinascimento a Ceruti” a cura di Davide Dotti. La mostra, che ha aperto i battenti lo scorso 19 gennaio, ha come tema centrale quello degli animali in opere d’arte di pittura e scultura, a coprire tre secoli di storia. Il percorso è suddiviso in dieci sezioni e si avvale del patrocinio di un ente importante come il WWF, nonché della collaborazione con il Dipartimento di Scienze Naturali e Zoologia dell’Università di Pisa. Una mostra originale e curiosa, che permette di focalizzarsi sugli animali e ciò che rappresentano: circa un’ottantina di opere attendono i visitatori, per un viaggio artistico davvero avvincente.
La prima sala è dedicata agli “Animali nella pittura sacra” e tra le opere non poteva mancare, tra le altre, “l’arca di Noè” con il dipinto di Giovanni Benedetto Castiglione, detto Il Grechetto o quello di Cesare Dandini (1596 – 1657) e la sua meravigliosa “Madonna con Bambino e cardellino”. Nella sala adiacente il percorso continua con gli animali e la mitologia, e tra le opere troviamo artisti come Francesco Ubertini detto Bacchiacca (1494-1557) con “Leda e il cigno” o la “Diana Cacciatrice” di Giovanni Francesco Barbieri, detto il Guercino (1591 – 1666) o ancora “Prometeo e l’aquila” di Mattia Preti (1613 – 1699).
A seguire, le sezioni del percorso espositivo si focalizzano in particolare sui cani, i gatti, i pesci, rettili e insetti, gli uccelli, gli animali della fattoria e il rapporto tra gli animali e gli uomini: tante opere che pongono a confronto la natura razionale umana e quella istintiva animale, che a volte si somigliano in modo straordinario, come nel capolavoro di Giacomo Ceruti, detto il Pitocchetto (1698-1767), “Vecchio con carlino” simbolo della mostra. E proprio questo pittore del periodo tardo barocco è la punta della mostra, con l’esposizione di un’opera ritrovata e altri splendidi dipinti: “Vecchio con gatto bianco”, “Gruppo di cacciatori” e “Ritratto di giovane amazzone”; il soprannome “pitocchetto” deriva dal termine “pitocco”, ovvero “mendicante, povero” perché l’artista ritraeva soggetti appartenenti a questa categoria.
Nella collezione sono presenti opere anche del pittore fiammingo Jan Roos, italianizzato Giovanni Rosa (15891-1638) con il suo “Circe e Ulisse”, “Orfeo incanta gli animali” o “l’allegoria dell’aria” nella sezione dedicata agli uccelli. Anche il fiammingo Pietro Boel (1622-1674), celebre per i suoi dipinti con animali, non poteva mancare, con “Il fenicottero”, elegante e raffinato, e “Tre aquile e un capriolo”.
La sezione più curiosa e intrigante però arriva con le ultime due, dedicate a “Nani e pigmei vs Animali” e agli “Animali esotici e fantastici”. Vediamo quindi esposti quadri del pittore bresciano Faustino Bocchi (1659 – 1741), celebre per le sue opere “bambocciate”, che raffigurano feste e banchetti con esseri umani deformi o fantasiosi, come si trovano in “L’arrivo della sposa”, “Il corteo nuziale” e “La battaglia contro la gru” in cui gli insetti e gli animali primeggiano o ancora con il Maestro della Fertilità dell’Uovo (XVII – XVIII secolo), che dipinge figure grottesche, in cui gli animali vengono umanizzati, come nei dipinti “La scuola”, “La bottega del calzolaio” e “L’astrologo” con una visione ironica e forse un po’ amara della società e della vita in generale.
Gli animali fantastici dominano l’ultima sezione, che comprende, tra gli altri, il bellissimo quadro “La dama e l’unicorno” di Luca Longhi (1507 – 1580) e il dulcis in fundo di Orsola Maddalena Caccia (1596-1676), una delle pochissime donne riuscite ad affermarsi nel mondo della pittura del ‘600, con il suo imponente quadro “Santa Margherita e il drago”.
Nel complesso, un viaggio nell’arte che non manca di suggestioni e nuovi stimoli, che sposta l’attenzione del visitatore verso un punto di vista diverso, facendo scoprire un mondo con altri occhi.
Da non perdere, aperta fino al 9 giugno 2019.
Roberta Usardi