“FUMETTI TIMIDI” – RUGGERO A FUMETTI!
Da fenomeno di Youtube alle comparsate in televisione (ad esempio in Tù sì que vales, su canale 5), Andrea Sambucco, in arte Ruggero de I Timidi, parodia dei cantanti confidenziali degli anni sessanta italiani, autore di brani quali Padre e figlio (toccante storia di un padre che confessa al figlio la sua passione per i trans) o Pensiero intrigante (coraggiosa testimonianza della scoperta del piacere anale maschile), approda in libreria e fumetteria grazie alla SaldaPress. “Fumetti Timidi” (SaldaPress, Fuori Collana 2018, pp. 48, euro 14,90) non è semplicemente un fumetto, ma un volume che, al pari del suo autore di riferimento gioca coi linguaggi della comunicazione, con l’umorismo metanarrativo, non rinunciando ai temi cari a Ruggero, i temi bassi dalle funzioni corporali agli umori sessuali.
“Cos’ha New York che Udine non ha”è la prima storia, scritta e disegnata da Giuseppe Zironi in collaborazione con lo stesso Sambuco. Ruggero parte da Udine a New York per ritrovare la sua amata, ma ovviamente il finale non sarà dei più lieti. Cos’ha New York parte come un fotoromanzo (che ritroveremo più avanti nella storia Un urologo in famiglia) per proseguire come fumetto umoristico dai tratti alla Cavazzano. Proprio del maestro disneyano Giorgio Cavazzano è la variant cover dell’edizione presentata allo scorso Lucca Comics & Games, a sancirne il battesimo d’onore nel mondo del fumetto umoristico italiano.
Di stile giapponese è la seconda storia, “La grande onda”, scritto da Andrea G. Ceccarelli e disegnato da Stefano Conte, in cui gli autori ci svelano le origini della celebre xilografia La grande onda di Katsushika Hokusai.
Godibile anche la brevissima storia di due tavole firmate da Davide La Rosa. Ma, come dicevamo, “Fumetti Timidi” non contiene solo fumetti, ma è arricchito da foto commentate dall’autore, un cruciverba e addirittura un estratto da uno pseudo Harmony, “Tsunami di passione” nella collana Libri Timidy.
Insomma, una miscellanea di umorismo surreale, una celebrazione autoironica, che ha il pregio di non prendersi mai sul serio, sostenuta da una struttura editoriale ben solida e valida dal punto di vista artistico.
Giovanni Canadè