“Chi lo doveva andare a pensare…” Solfrizzi e Stornaiolo inaugurano la stagione del Teatro Manzoni di Milano
La nuova stagione del Teatro Manzoni di Milano si è aperta con una serata che, per buona parte del pubblico, ha rappresentato un vero e proprio evento, di quelli imperdibili e dei quali si parlerà agli amici e ai conoscenti per giorni e giorni. La sala gremita – obiettivo del sold out rapidamente raggiunto – visibilmente attraversata da un’energia del tutto particolare, ha accolto Emilio Solfrizzi e Antonio Stornaiolo, storico duo pugliese, con “Il cotto e il crudo”, spettacolo da loro scritto e diretto. In tournèe sin dal 2011, ha rappresentato il momento della ricomposizione della coppia che, dal 1985 al 1998 coi nomi d’arte di Toti e Tata, ha segnato intere generazioni con innumerevoli personaggi e diversi format in onda sulle tv locali di Puglia e Basilicata, programmi, sit com, sketch parodici e satirici ad alto tasso di irriverenza, capaci di esprimere a fondo lo spirito di una regione tanto vasta e dei suoi abitanti, così simili e insieme così particolari.
La forma è quella tipica del teatro di cabaret, un canovaccio di base su cui poi i due attori giocano senza requie con quell’agilità e intesa in cui diventa quasi impossibile, se non superfluo, distinguere tra realtà e scena, improvvisazione e testo preparato, attore e personaggio. Il dialogo con il pubblico è parte integrante. A inizio serata ci si conta per alzata di mano, e la maggior parte dei presenti, inutile farne mistero, sono di origine pugliese, in molti emigrati, alcuni venuti apposta da fuori regione per questo spettacolo. Ma Solfrizzi e Stornaiolo ci tengono a sottolineare che non si vuole creare un effetto“Puglia contro il resto del mondo”. Prova ne è anche il saluto a un artista, lombardissimo, presente in sala: Antonio Provasio, noto ai più per il ruolo di Teresa nella compagnia teatrale “I Legnanesi” di cui è capocomico, ma che il 16 dicembre 2019 porterà al Teatro Manzoni uno spettacolo di tutt’altro tipo, intitolato “Mi sono rotto… i ricordi”.
Alternando piccoli aneddoti personali a fulminanti acrobazie di parole – l’affiatamento tra Solfrizzi e Stornaiolo è tale che ciascuno irrompe nelle pause dell’altro – si parla della Puglia, si rievoca l’immagine della regione venticinque anni fa affiancandola a ciò che è diventata oggi. Da terra da cui scappare, mondo chiuso, trascurato, a sesta meta del turismo a livello mondiale, brand ricercato, terra di eccellenze enogastronomiche e meta prediletta delle produzioni cinematografiche internazionali (“Stavano aspettando che me ne andavo io!” chiosa Solfrizzi). Si parla però anche, in filigrana, della fatica nel dover lasciare la propria terra, negli anni ’90, di mettere il piede sul treno e rimanerne fieramente legati. Di una fatica e di un contesto storico che ciascuno ha vissuto separatamente e individualmente, ma che nella lingua, puro suono che si fa significato, trova una forma collettiva: i confini sfumano, liberando una grande energia. Nel dialetto barese che diventa onomatopea tutto è possibile, anche associare i versi di Ungaretti alla poesia del ragù preparato dal papà, nei ricordi di famiglia e di infanzia.
La serata si conclude, è il caso di dirlo, in un modo bello e affettuoso: Emilio Solfrizzi prende posto al pianoforte mentre Antonio Stornaiolo gioca con il pubblico, porgendo un microfono e invitando a cantare insieme alcune delle parodie che tutti conoscono a memoria, anche chi ai tempi di Toti e Tata non era ancora nato. “Chi lo doveva andare a pensare…”, come recita il primo verso di una loro celeberrima canzone.
“Il cotto e il crudo” rimane in scena fino a domenica 6 ottobre 2019.
Mariangela Berardi