“Charlot sotto inchiesta. Un interrogatorio dell’FBI a Charlie Chaplin” a cura di Charles J. Maland
“Charlot sotto inchiesta. Un interrogatorio dell’FBI a Charlie Chaplin” è un breve estratto dell’interrogatorio a cui fu sottoposto Charlie Chaplin nel 1948, edito da Marietti 1820 (2019, pp.58, euro 6,90) che ci fa conoscere un lato, per molti inedito, di questo regista geniale e dissacrante.
Il libro, curato dal professor Charles J. Maland, si apre con la prefazione di Goffredo Fofi che parla di una vera e propria “caccia alle streghe” del dopoguerra statunitense o maccartismo, rispetto alla quale molti, Chaplin compreso, registrano una profonda delusione. Caduto il mito della democrazia americana, Chaplin dovette rendere conto della sua posizione politica, non fosse altro che per le sue opere cinematografiche, tutte imperniate sulla critica al modello americano, nonostante avesse dichiarato più volte di dover tutto all’America. La sua posizione si fece più delicata quando, nel 1947, uscì Monsieur Verdoux, pubblicamente accusato di essere un film filocomunista. L’interrogatorio, condotto da John P. Boyd, per conto del Servizio Immigrazione e Naturalizzazione, si sviluppa attorno alle idee politiche dell’artista, soprattutto in merito alla seconda guerra mondiale e all’inizio della guerra fredda. Ne emerge un profilo progressista e senz’altro pacifista che semplicemente, non condivideva l’ostilità nei confronti della Russia ma anzi, auspicava a un accordo fra Unione Sovietica e Stati Uniti, in grado di far star meglio tutti, dappertutto.
L’unica questione, sulla quale sembrava non transigere Chaplin, accusato di tutto e del contrario di tutto e stupito in primis egli stesso delle accuse che lo riguardavano, è che non era membro di alcun movimento politico e il suo unico scopo era difendere la democrazia. Marietti 1820 ci dà la possibilità di avere questo pezzetto di storia e di vita del grande Charlot nelle nostre librerie!