“TEATRO DELUSIO” – DAVANTI E DIETRO LE QUINTE, IL TEATRO NON HA BISOGNO DI PAROLE

Familie Flöz è una pluripremiata compagnia berlinese che ha rivoluzionato il teatro di figura e da ormai dieci anni incanta il mondo con una potentissima poesia senza parole.
“Teatro Delusio”, andato in scena con grandissimo successo al Teatro Menotti, è uno splendido esempio della loro sorprendente capacità di “andare oltre” e stupirci ogni volta in maniera diversa. “Teatro Delusio” è il Teatro capovolto, il luogo dove si ribaltano completamente la nostra idea di Teatro e soprattutto i nostri pregiudizi. Se, almeno secondo l’opinione dello spettatore medio, è solitamente il testo a guidare e rendere possibile la comunicazione, i Familie Floz scelgono di non utilizzare le parole; se, nel vissuto comune, sono le espressioni volontarie o involontarie del nostro viso a trasmettere le nostre emozioni, loro scelgono di indossare maschere (strepitose, ndr…); se il palcoscenico è ciò che normalmente ci aspetteremmo di vedere, loro decidono di mostrarci e mettere invece in scena il backstage, ovvero la vita che accade dietro le quinte, lasciandoci immaginare il mondo che c’è “dall’altra parte”.
Non c’è frattura netta tra realtà e finzione: già entrando in sala si rimane spiazzati vedendo delle quinte apparentemente ancora in allestimento. La scena rimarrà infatti “viva”, e mai vuota, prima e anche dopo la nostra uscita dal teatro. L’apertura, straordinaria, come il finale, è la rappresentazione dell’essenza stessa della magia del Teatro. I tre attori, eccezionali, animano una “creatura” per noi non meno viva e reale dei tre uomini con cui essa interagisce, introducendoci in un territorio a sé in cui davvero noi crediamo in ciò che vogliamo credere. Da quel momento in poi saremo immersi in un mondo a parte dove non importa cosa sia realtà e cosa illusione, ma è “veramente vero” tutto ciò che vediamo; ci appassioneremo nel seguire le vicende dei personaggi portanti, tre tecnici di scena diversi e molto ben caratterizzati, che si mescolano attraverso gag irresistibili e tempi comici perfetti a un’infinità di altri personaggi/maschere (alla fine ne abbiamo contati quasi trenta…) che popolano un universo “dietro le quinte” di cui normalmente saremmo del tutto ignari; ma, ciò che più importa, ribalteremo forse la nostra stessa idea di Teatro, scoprendo che senza le parole si può riuscire a parlare a quella parte di noi che non ne ha bisogno.
A.B.