wLOG e il nuovo EP “Nisba” – L’intervista
Lo scorso 10 luglio è uscito “Nisba” (Artist First), il nuovo EP del cantautore milanese wLOG; questo lavoro discografico segue i singoli precedentemente pubblicati nel 2020 “Un colpo solo”, “Indiani d’America e “Naftalina”. Il titolo dell’EP è un termine milanese che significa “niente”, un concetto che in ognuna delle quattro canzoni si fa largo in modo diverso. Abbiamo fatto qualche domanda a wLOG per andare più a fondo nella sua musica.
Una domanda nasce subito spontanea, wLOG da dove viene e come si pronuncia correttamente? Qual è il tuo vero nome (se si può svelare)?
wLOG è un acronimo secretato. Mi piaceva l’idea che in matematica si riferisca ad una dimostrazione estendibile a tutti i casi che si basa su un caso speciale. Ecco, mi sentivo quel caso. Si dice vlog. Mi chiamo Giangiacomo.
“Nisba” è il tuo secondo EP, il primo, omonimo, è uscito l’anno scorso, che differenze hai riscontrato in questi due lavori? Parlo in termini di processo compositivo e di contenuti. Era anche il primo EP un concept album?
Scrivo cose diverse che cambiano di continuo. Da sempre. Certamente tra il primo disco e questo ci sono differenze stilistiche e di ricerca. Ho idee in continuo divenire. Nel primo album c’è stata molta fretta di chiudere e di fare un po’ di brani. In questo EP certamente più cura nei dettagli.
Scegli copertine molto colorate e spesso con tendenze fosforescenti, da dove viene questo tipo di artwork? Per “Nisba” invece c’è il profilo di un tramonto con le palme e un autobus…
Ma allora, mi piace condividere idee con altre persone. Gente che mi segue, artisti o la mia manager, che è talentuosa ed ha una forte esperienza nelle arti figurative. Solitamente ho una idea e cerco di trasferirla. In “Nisba” credo che la cover rappresenti bene il concept. Viaggi impossibili, mete complesse, libertà, semplicità esplosiva ma anche fuga e una dark side.
Il tuo è un genere pop/dance elettronico, come hai trovato questa strada musicale, quali sono stati i tuoi riferimenti?
Certamente progetti come quelli di Cosmo mi sono piaciuti molto. La mia idea però è diversa. Il brano non nasce su una base e non si va di remix e/p techno style. È quella di fare muovere i sentimenti. Dare movimento alla canzone. Dare ritmo alle melodie. Sto sperimentando molto e mi sto davvero sentendo bene. Sono molto ispirato..
Quando hai capito che la tua strada professionale sarebbe stata la musica?
Diciamo mai. Nel senso che la musica per me è una esigenza e spero di poterla tenere libera e svincolata da logiche di profitto. Detto questo, lo faccio con tutto me stesso e tutta la professionalità di cui sono capace.
Hai in mente di far uscire un singolo e/o un video da “Nisba”?
Pensavamo ad un video per “Tremometro” a settembre. Dovrebbe esserci un lancio radio speciale per il brano.
Dei quattro brani di “Nisba” il mio preferito è “Tremometro”: lo trovo, a suo modo, romantico, anche se di romantico non ha nulla perché parla di ipocondria… racconteresti la nascita di questa canzone?
“Tremomentro” è nata in una notte di solitudine in quarantena. Tra termometri, progetti di “verdersi” non andati a buon fine e un po’ di paura…
Nel 2020 sei stato molto prolifico, tre singoli e un concept EP, quali sono i tuoi prossimi progetti (in studio e dal vivo)?
Ad agosto si suona. Partiamo il 07 al Ride di Milano. Poi unplugged e ancora live elettronici. Lo avevo promesso. Sono carico. Poi dopo l’estate un singolo nuovo… Grazie per l’intervista e a presto!
Roberta Usardi
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