“VOLTAIRINE DE CLEYRE – UNA POETESSA RIBELLE” A CURA DI LORENZO MOLFESE
In “VOLTAIRINE DE CLEYRE – UNA POETESSA RIBELLE” (Stampa Alternativa 2018, Collana Eretica Speciale, pp. 160, euro 15) – la prima raccolta completa (saggi, lettere, racconti e poesie) della poetessa, a cura di Lorenzo Molfese, che ci restituisce una delle più affascinanti intellettuali anarchiche di fine Ottocento. Conosciuta soprattutto per i suoi saggi, in questa raccolta la scopriamo anche narratrice e poetessa con una varietà di testi – ancora inediti in Italia – legati da un filo conduttore comune: l’inestinguibile attivismo di una scrittrice militante. Scoprire Voltairine de Cleyre è stato come appropriarsi di un pezzo di storia della letteratura, una storia tutta femminile di amore per la libertà, per le parole, per i libri. Un infinito amore per la letteratura che Lorenzo Molfese, ci riconsegna rendendo il giusto spazio editoriale ad un’autrice da troppo tempo dimenticata. Sono due i saggi proposti in questa raccolta – “La letteratura è lo specchio dell’uomo” e “L’anarchismo nella letteratura”. Nel primo la de Cleyre persegue tre obiettivi, allo scopo di fornirci gli strumenti per saper scegliere cosa leggere.
“Chiunque oggi desideri trovare nella letteratura il meglio, chiunque desideri leggere non solo per il piacere del momento ma per ricevere un effetto permanente, chiunque voglia farsi un’idea sull’essere umano non soltanto come è oggi, ma per com’è stato attraverso la storia dell’esistenza, chiunque ne voglia conoscere i primi pensieri e i loro sviluppi – e nessuno può avere una concezione adeguata della letteratura a meno che non includa questo fattore – un lettore di questo tipo potrebbe trovare le storie delle prime superstizioni tra le pagine più affascinanti della letteratura.”
La de Cleyre ci invita a leggere le storie antiche, le vecchie leggende che venivano tramandate oralmente, e a leggerle a voce alta, ricordando che la letteratura antica mirava all’udito, mentre la letteratura moderna si rivolge alla vista. Il suono delle parole ha il potere di liberare la fantasia che, “così slegata dalle catene del possibile”, riesce a immaginare l’impossibile. Un’esortazione a sentire le cose più primitive attraverso la musicalità delle parole.
Voltairine de Cleyre invita il lettore ad acquisire una visione più ampia della letteratura, includendo tutto ciò che la mente dell’uomo riesce a produrre. E ci ricorda che, quando si parla della letteratura più seria, essa va letta due volte e quindi bisogna saper scegliere cosa merita tale sforzo. La prima volta bisognerebbe leggere da uomo semplice, ascoltando la musicalità del testo, lasciandosi trasportare dagli eventi descritti. Solo dopo potremo leggere criticamente, con un occhio alla pagina, per così dire, e un altro al riflesso nello specchio. Cercare la mente che c’è dietro quel lavoro, le cose che hanno interessato l’autore e quelle per cui ha deciso di scrivere. La letteratura è un labirinto degli specchi, dove l’uomo può vedere tutti i suoi volti, con una caratteristica che persiste: “l’eccezionale curiosità di vedersi riflesso in un libro”.
Nel secondo saggio – “L’anarchismo nella letteratura” – la de Cleyre ci regala una sintesi perfetta della visione anarchica di trecento anni di fermento intellettuale. Tanti i riferimenti e tanti i nomi citati, scrittori, poeti e anche drammaturghi, i quali attraverso la loro opera hanno raccontato la storia dell’evoluzione del principio di libertà. Il saggio si chiude con una citazione di Walt Whitman: “E finché il sole non t’escluderà, non t’escluderò io”. E mai parole furono più appropriate, soprattutto oggi, per le vicissitudini sociali che stiamo vivendo.
Anche i racconti della de Cleyre sono occasione per il lettore di riflettere sulle tante sfaccettature dell’animo umano, che l’autrice ci mostra attraverso storie semplici ma allo stesso tempo ricche di quella immaginazione nutrita dalla capacità di sentire le parole. Storie che parlano di schiavitù, di emarginazione; storie che narrano una realtà spesso ignorata dalla grande letteratura. La raccolta di Lorenzo Molfese termina con le lettere e le poesie dell’autrice, parte questa dove possiamo incontrare una de Cleyre più intima, ma non meno incisiva, non meno potente. L’ultima lettera di questa raccolta è “Lettera a nessuno”, dove la scrittrice afferma il diritto di ognuno alla libertà di scelta, anche di fronte alla malattia e quindi la libertà di morire qualora la vita non fosse più degna di essere vissuta. Le poesie della de Cleyre, oltre a misurarsi con le complesse forme poetiche di quegli anni, si lasciano andare anche al verso libero per una ricerca più ampia di libertà. Ed è per questa padronanza di scrittura e per la libertà di pensiero che Voltairine de Cleyre verrà definita una poetessa ribelle. Gli ultimi versi della poesia da lei dedicata alla scrittrice statunitense Mary Wollstonecraft, anch’ella scomparsa prematuramente, sono le parole giuste per ricordare Voltairine de Cleyre:
[…] ma lei sopravvive tutt’ora
nel cuore assopito del mondo
lei vive ancora.
Letizia Chippari