Vanessa e il mare al Teatro Franco Parenti
Il pubblico entra nella piccola Sala treno Blu del Teatro Franco Parenti di Milano e Vanessa Korn è già in scena, intenta a scrivere una lettera seduta su una sedia, in un angolo, e ogni tanto guarda in giro pensierosa per poi rimettersi a scrivere.
Si sente un lungo sospiro e il monologo prende la parola attraverso una favola di mare, elemento protagonista, di cui si parlerà in ogni modo, passando dal moderno all’antico, tra onde alte, maree e naufragi. E non si può parlare di mare senza parlare di viaggio, di vita, di avventure. Vanessa Korn viaggia e ci porta con sé nella sua biografia (la storia di sua madre), ma anche nei viaggi emersi da curiosità, dagli immancabili testi classici (come potrebbe mai mancare Ulisse?) senza tralasciare la modernità (indimenticabile il film Titanic). Ma ci sono anche elementi “di terra”, concreti a dare al mare un punto in cui frangersi, come la conquista dell’indipendenza, l’acquisto di una casa, quella che vediamo rappresentata in scena con scatole e cellophane, quella di Vanessa, entusiasta, che deve ancora da arredare, con tante idee e anche con gli intoppi ordinari a cui ognuno va incontro nel momento in cui si realizza questo sogno.
In poco più di un’ora il pubblico vede alternarsi in modo fresco e divertente, e assolutamente capace, una serie di quadri che conducono attraverso un mare, che è sì quello raccontato da Vanessa Korn, che è capitana, autrice, attrice e regista di questo spettacolo. Si esprime a parole, ma a volte basta solamente il linguaggio del corpo, altrettanto efficace, conducendo il suo monologo in un ritmo sempre attivo e coinvolgente.
La scelta musicale e l’allestimento scenico di JE SUIS LA MER – Del perdersi, del ritrovarsi, del naufragare, in scena fino al 6 maggio, riescono a far sentire il pubblico parte della storia e dell’infinito mare che la anima.
Roberta Usardi