“Tutto da rifare”: il primo EP in italiano del cantautore modenese Cesare Augusto Giorgini
Lo scorso 26 febbraio è uscito “Tutto da rifare”, l’EP antologico che racchiude i primi cinque brani in italiano di Cesare Augusto Giorgini, cantautore modenese che ha iniziato il suo percorso musicale militando in una band progressive rock, i Blackbirch, pubblicando ben quattro dischi, prima di partire per Londra a studiare songwriting. In terra inglese collabora con la band Reckless Jacks, con cui pubblica 4 singoli e inizia un tour in Europa; nel dicembre 2017 torna in Italia e fa uscire il suo primo album, in lingua inglese, “Jeunesse Secrète”, e poco meno di un anno dopo, l’EP “End of an Era”. Solo nel 2019 arriva il primo singolo in italiano, “Caffè”, una canzone che ha un altro sapore rispetto ai precedenti lavori e che ha portato alla creazione di altri brani in italiano, confluiti ora in questo nuovo EP.
“Tutto da rifare” è un titolo che porta a pensare sempre a un nuovo inizio o anche al fatto di potersi sempre migliorare. Di certo Cesare Augusto Giorgini ha compiuto un passo importante ed efficace agguantando la propria lingua madre, che gli porta molta espressività, non solo a livello vocale, ma anche nella metrica dei versi. I testi parlano d’amore, ma senza crogiolarsi in smancerie o a versi struggenti e dolorosi, lo fanno invece in un modo del tutto personale, con venature ironiche, metafore, delicata poesia. A livello di sound “Tutto da rifare” è un misto di pop rock ed elettronica ben calibrati in cui spicca benissimo la bella timbrica di Giorgini. Andiamo nel dettaglio.
“Caffè” è un brano dal ritmo veloce, con influenze rock e un tocco di elettronica; nel ritornello trova il suo culmine sonoro, avvolgente. Il testo parla di una storia d’amore attraverso metafore affascinanti: prendendo un barattolo, quante ansie e paure servono a riempirlo e quanti sassi? “c’e spazio per noi, per le nostre vite sciolte nel fango, c’è spazio per te e il caffè che mi devi”
“Mago” inizia con pianoforte, voce e un tocco di elettronica, poi si espande in una sonorità pop ricca di suggestioni. Si tratta di una canzone d’amore con immagini fiabesche: “ora un bel principe viene a salvarti, ma sono sempre io, il tuo bel mago, per non smettere mai di sorprenderti”.
“Danae” è una canzone d’amore intensa e poetica, dalle atmosfere morbide e delicate a livello di arrangiamento. Nella mitologia greca Danae è la madre di Perseo, imprigionata in una torre dal padre, spaventato dalla profezia dell’oracolo di Delfi, che predisse la sua morte per mano del nipote: “tu, con gli occhi di vetro e la pelle di pane, prigioniera delle sue idee malsane che il nostro amore rende vane”.
“Tutto da rifare” è un dialogo con una donna diretto e consapevole, che a livello sonoro riporta influenze di anni passati nel ritmo della batteria elettronica. Il testo è sfacciato e disilluso: “e allora prenditi tutto, il mio difetto migliore ed il mio vanto peggiore, che non c’è gioia più grande più grande di dividersi il dolore”.
“Balena” è un brano di stampo acustico, con una melodia nutrita da versi sinceri e ironici verso una relazione finita, ma che è stata fondamentale per andare avanti: “ognuno ha bisogno di qualcuno, per fare un’avventura ho avuto la premura, di farle insieme a te”. È anche un incitamento a non dimenticare, che nel finale si amplifica sfociando in suoni elettronici.
Roberta Usardi
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