Teatro i lancia “Emersioni”: attrici a confronto sul tema emergenza – Intervista a Federica Fracassi
Milano, gennaio 2021, i teatri sono ancora chiusi. Mentre si attende la riapertura il mondo dello spettacolo va avanti e le iniziative non mancano, come quelle promosse da Teatro i, il cui cuore continua a battere forte e vigoroso grazie ai tre direttori artistici Federica Fracassi, Francesca Garolla e Renzo Martinelli. La stagione teatrale 2020/2021 è iniziata: si chiama PubblicAzione, già inaugurata con la call rivolta ad autori emergenti. Proprio sulla parola “emergente” si basa anche la nuova azione di Teatro i, dal titolo “Emersioni – Dialoghi tra attrici”, che vede la partecipazione di 20 attrici che, a coppie, dialogheranno a partire dalla propria esperienza teatrale e traendo spunto da dodici parole chiave. L’appuntamento è in diretta sulla pagina facebook di Teatro i a partire dal 1 febbraio, con cadenza bisettimanale, sempre di lunedì, alle ore 19. Ad ogni puntata si confronteranno un’attrice emergente e un’attrice dal percorso già consolidato.
Le attrici emergenti saranno Serena Balivo, Chiara Bersani, Leda Kreider, Claudia Marsicano, Giulia Mazzarino, Federica Rosellini, Alice Spisa, Agata Tomsic, Petra Valentini, Matilde Vigna, in dialogo con Sonia Bergamasco, Elena Bucci, Daria Deflorian, Mariangela Granelli, Laura Marinoni, Francesca Mazza, Milvia Marigliano, Elisabetta Pozzi, Cinzia Spanò.
Per saperne di più su questa nuova azione abbiamo raggiunto telefonicamente Federica Fracassi, che condurrà e modererà ogni incontro.
Innanzitutto, qual è la situazione di Teatro i? Potrete riaprire quando sarà il momento?
Siamo in attesa di capire come sarà il panorama, che non sembra buono. Non sappiamo se potremo ancora fare teatro in una sala così piccola. Anche quando i teatri hanno riaperto, Teatro i è rimasto chiuso, avendo dei numeri non competitivi. Al di là delle prove delle nostre co-produzioni, l’utilizzo della sede per l’apertura al pubblico è piuttosto lontana. Abbiamo deciso di portarlo avanti in un altro modo, seguendo il nostro interesse principale, senza sostituire la stagione.
Qual è stata la genesi di “Emersioni” all’interno della nuova stagione?
All’interno di PubblicAzione le azioni che abbiamo pensato hanno come base un’irradiazione rivolta sempre di più ad altri artisti che condividono il nostro percorso in quest’epoca. È ovvio che il teatro, essendo un lavoro di gruppo, mette in scena attori e maestranze. Volevamo sottolineare questa cosa creando collegamenti con persone, in questo caso venti attrici, che, in una dinamica normale, sarebbero state impegnate su altri fronti. Ho sempre pensato alle mie colleghe e a quello che stavano facendo, anche nel primo lockdown, e mi interessa anche un confronto con le altre generazioni. Come stanno attraversando questo momento le attrici emergenti? Non è detto che lo stiano vivendo peggio di quelle con più esperienza. Indipendentemente dal momento, ho pensato alla possibilità di far testimoniare le donne che hanno scelto la professione di attrice per la loro vita. L’esigenza deriva da questa idea, che Renzo e Francesca hanno approvato, così ho elaborato una lista lunghissima di nomi, che non è sicuramente esaurita con queste dieci coppie, ma spero che “Emersioni” ponga delle basi per continuare in una prossima edizione o in un altro modo, è ancora tutto da scoprire.
Come sono state formate le coppie di attrici?
Le attrici sono state estratte a sorte da Renzo durante una riunione su Zoom con tutte loro, per lasciare al destino la combinazione delle coppie, così che magari si potessero ritrovare attrici che hanno condiviso un percorso, seppur in modo differente, o che amano lo stesso regista, o che non si sono mai conosciute. Avranno massima libertà, al di là del primo suggerimento che porta a ragionare sul concetto di emersione e di emergenza. Io farò solo una breve presentazione e poi lascerò lo spazio a loro, che decideranno come vogliono gestire questo dialogo.
Le dodici parole chiave sono: creazione, perturbamento, conflitto, comunità, entusiasmo, corpo, maschera, confini, paura, mito, differenza, misura. Nessuna si riferisce in modo specifico alla pandemia, è stato voluto?
Io, Francesca e Renzo abbiamo trovato le dodici parole chiave confrontandoci sull’esperienza del palco e del teatro. Questa è un’occasione che può mostrare al pubblico un’altra veste, non è un ragionamento su questo momento storico, è un ragionamento in generale su cosa significhi questo momento per chi emerge. Ad esempio, possono esserci attrici che consideriamo affermate, ma che magari si sentono eterne emergenti, e da qui il tema della fragilità, di sentirsi sempre in emergenza in questo settore. Abbiamo voluto dare una grande ampiezza di ragionamento. Al di là della pandemia, siamo in un cambiamento epocale rispetto alle relazioni e al teatro.
Lancerai tu una parola chiave o lasci piena libertà alle attrici?
Io partirò sempre da emersioni ed emergenza. Le attrici possono ragionare su una sola parola chiave o su tutte, poi durante il dialogo posso eventualmente riproporne una che mi sembra in linea con il discorso.
Al termine del confronto trarrai le conclusioni o lascerai la conversazione aperta?
Tenderò a lasciare abbastanza aperto, per la durata ci siamo date un’ora, ma se una conversazione si esaurisce dopo quaranta minuti possiamo concluderla o, all’opposto, andare avanti, in base a quello che succede. Nella mia ottica, dato che mi hanno scritto anche altre attrici, daremo la possibilità a tutti di scrivere a Teatro i un proprio concetto di emersione/emergenza che verrà raccolto, così come verranno registrati i dialoghi. Anche il pubblico durante la diretta potrà scrivere domande o intervenire con un commento. Una mia idea sarebbe di poterne ricavare un libriccino.
Ho letto che oltre alle attrici sarà presente un’ospite silenziosa, qual è la sua funzione?
L’ospite silenziosa per questa edizione è Ermanna Montanari, che non sarà in diretta, anche se ha accolto con grande entusiasmo il progetto. Faremo un incontro con lei a porte chiuse più avanti, dopo che saranno già emerse delle questioni, in cui esprimerà le sue considerazioni.
Sono tutti incontri al femminile, per quale motivo?
L’ho pensato al femminile perché la donna attraversa le questioni in modo differente rispetto all’uomo. Lo sguardo della donna è molto di gruppo e molto meno verticista rispetto a quello maschile, anche nella creazione ha un’attitudine differente. Avevo voglia di far parlare le donne. Tra le attrici c’è anche Cinzia Spanò, che è una delle fondatrici di Amleta, associazione che si sta occupando in maniera specifica delle questioni di genere in teatro e nell’arte, ma solo perché siamo tutte donne, non vuol dire che si toccheranno per forza le questioni di genere, ci sarà tanta materia interessante a prescindere.
Tu presenti la serata, ma non fai parte delle venti attrici a confronto, come mai?
Mi sono tolta perché ho già organizzato questa iniziativa. Assumerò il ruolo di Angelo Custode, che mi impegnerà molto. Quando ho visto le attrici tutte insieme in riunione su Zoom mi sono emozionata moltissimo: anche se sono mie colleghe, e molte anche amiche, ho pensato che sono un enorme patrimonio.
Manca poco alla prima serata, chi saranno le attrici che inaugureranno “Emersioni”?
Le prime due attrici a dialogare saranno Sonia Bergamasco – Claudia Marsicano, una coppia inedita, non vedo l’ora di vedere cosa uscirà. Abbiamo fatto un calendario a cadenza bisettimanale ogni due lunedì del mese per non affastellare gli appuntamenti e avere la possibilità di promuoverli. Spero ci sia un bel seguito durante la diretta.
Un’ultima domanda: i rapporti tra artisti erano già così coesi prima della pandemia o è stata la pandemia a rafforzarli?
I rapporti ci sono sempre stati. Durante la pandemia ci sono state più occasioni per confrontarci su come reagire e su quello che ci capitava, c’è stata più possibilità di avere tempi di scambio. Ad esempio Unita, di cui sono socia fondatrice, sta cercando di fare associazione di categoria per spingere sui diritti degli attori e delle attrici che spesso sono messi in contrasto con i teatri. Si parla di tutto, ma non della cultura. Avrei sperato piuttosto che ci mettessero davanti il fatto che i teatri sarebbero rimasti chiusi un anno e che per questo erogassero dei bonus a loro sostegno. Nel frattempo gli artisti si sarebbero impegnati a studiare, fare alta formazione, provare, per poi riorganizzarsi alla riapertura. Invece niente, e neanche i teatri sanno cosa fare, è una vita di costante attesa. Non so se questo “periodo di riflessione” sarà stato utile o se tutto ricomincerà peggio di prima. Sono temi che stiamo dibattendo, sia da un punto di vista sindacale, per certe situazioni, sia da un punto di vista artistico e progettuale.
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Roberta Usardi
Fotografia di Piergiorgio Pirrone