“Stay safe” è l’album di debutto della band Invisible Wave
Il 12 giugno è uscito per New Model Label “Stay Safe”, l’album di debutto della band Invisible Wave, composto da 6 brani inediti. Invisible Wave è un progetto artistico focalizzato sulla ricerca interiore, la spiritualità e l’attualità; la formazione comprende Guido Tonizzo, cantante, ma anche scrittore e mental coach, autore di testi e musiche e pianista/tastierista, Cristina Spadotto, chitarrista e seconde voci, Stefania Della Savia, bassista, synth bass e seconde voci. Alla batteria suona Alberto Zenarolla.
Un disco capace di mischiare sonorità rock a new age con facilità, con testi che danno stimoli e spunti di riflessione utili per una consapevolezza più profonda di se stessi e del mondo in cui viviamo.
“Stay safe” è un brano fluido che incita a rimanere al sicuro in un mondo crudele (“don’t go away, it’s a cruel world”) valutando bene tutti i rischi; l’elettronica dona un’atmosfera avvolgente fin dalle prime note.
“Call my name” è un brano che inizia soffuso per poi prendere un’impronta rock con una sonorità ampia, il testo parla di un incontro nel futuro, non si sa quando, durante il percorso della propria ricerca personale, che prevede trovare risposte a domande ancora insolute “I know I want to find the light and see you there, cause I want I want to find you call my name”.
“Fake news” è un brano rock distorto e roboante, che verte sull’argomento del titolo e sulla confusione derivante da ciò che viene divulgato, che compromette la comunicazione e crea pregiudizi infondati “don’t you mind living a lie?”.
“Out of the comfort zone” ha un ritmo incalzante fin da subito (“you got to go on out of the comfort zone please”) e parla di come sia necessario trovare la forza di uscire dalla propria zona di comfort, osare, per evolvere, realizzare i propri sogni e cogliere le opportunità.
“Moments of real life” è un lento suggestivo con la tastiera che infonde una specie di “sacralità” all’atmosfera (“breathe, trust in life”); parla dei momenti in cui le difficoltà portano a voler fuggire dalla realtà senza affrontarla, quando invece è necessario avere fiducia nella vita “we’ve got to stay life” perché tutto fa parte della vita.
“Invisible presence” è un viaggio strumentale che parte con suggestioni sonore, basta chiudere gli occhi e lasciarsi andare alle immagini.
Un esordio indubbiamente interessante.
Roberta Usardi
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