POMERIGGIO D’URTO – LA TV LOGORA CHI NON LA FA al Teatro Studio Keiros di Roma
Il 4 e 5 novembre a Roma, presso il Teatro Studio KEIROS, la compagnia teatrale de “ Il Cielo di Carta” della città di Trani – dalla Puglia a Roma – ha portato in scena lo spettacolo “Pomeriggio D’Urto”, scritto, diretto e interpretato da Annamaria Di Pinto, Pina Bellano, Guido Scopece, Lucia Amoruso e Caterina Di Leo, con assistenza alla regia e suoni Atta Dauniadub. Il tutto finanziato grazie al crowdfunding attivato sulla piattaforma Ulule.
Lo spettacolo insiste, con ironia e dissacrazione, sul tema del giornalismo televisivo pomeridiano in Italia, la “tv del dolore”, l’imperativo dell’esclusiva che calpesta ogni dignità umana e viene proposto a tutte le ore senza ritegno, evidenziando i tratti più beceri dell’avidità dell’uomo.
Ci troviamo in un salotto circense in cui non si riesce più a distinguere la realtà dalla fiction, i numeri da circo dai drammi quotidiani, la cronaca nera trasformata in uno zoo dove lanciare pezzi di carne agli animali in mostra, i delitti offerti alla morbosità guardona del pubblico, le subrettine decadenti propongono temi intimi della loro vita privata in pasto a tutti, pur di rimanere attraccate ad un grammo di notorietà, mostrano su fb album dei loro figli neonati chiamandoli “nannasutra”, gli psicologi e i criminologi sono super star acclamatissime, il testimone chiave o l’assassino stesso è il più pagato di tutti per essere intervistato, i talent hanno come protagonisti bambini costretti dai genitori a una macabra perfezione attrattiva….e i conduttori televisivi ex giornalisti falliti fanno da domatori con la frusta in mano e la bava alla bocca ad ogni piccola grande tragedia da sviscerare in stop-motion… secondo per secondo… senza più alcuno scrupolo o umanità.
Qualcuno si ribellerà mettendo fine al circo con una catartica ramanzina buonista che gli si ritorce contro. Non c’è soluzione, se non la tabula rasa, un’arena vuota dalle cui ceneri ricominciare, perché prima di questo c’è solo il nulla. Tutti i personaggi hanno un elemento clownesco, sono imbiancati e crepati.
Dalla scenografia semplice, concentrata in un cerchio bianco dove le luci riflettono l’atmosfera onirica e surreale – caratteristica di questo salotto dove la curiosità, lo scaltro pettegolezzo e il poco rispetto della vita umana vengono esaltati da attori e attrici che fanno dei loro personaggi alter ego perfetti mossi dall’avidità tipica dell’uomo moderno liquido e infelice, che ha bisogno di avvenimenti e colpi di scena altrui per rendere più animata la propria vita.
Questo spettacolo si presta quindi a piantare nella coscienza di ognuno il seme della consapevolezza e del senso critico ormai obnubilati dalla tv spazzatura che quotidianamente siamo costretti a subire.
Annarita Amoruso