#plpl19 – Valeria Luiselli alla Nuvola con il suo “Archivio dei bambini perduti”
Valeria Luiselli presenta a Più libri più liberi, in una gremita Sala Luna della Nuvola, il suo “Archivio dei bambini perduti” (2019, pp. 438, euro 20) uscito in Italia grazie a La Nuova Frontiera e alla traduzione di Tommaso Pincio. Modera l’incontro Concita De Gregorio annunciando subito che questo è uno di quei libri dove ogni altra parola è inutile, dove ogni recensione è inutile, un libro che permette di ritrovare il valore e il tempo della lettura: un libro che ci cambia e che alla fine, per forza di cose, ci riguarda. Leggetelo e basta.
Valeria Luiselli comincia a lavorarci nell’estate del 2014, quando venne dichiarata la crisi migratoria che coinvolse 60 mila bambini arrivati negli Stati Uniti alla ricerca di asilo politico. A interessarla principalmente non è stata tanto la storia di questi bambini, quanto la narrativa che si era creata intorno al discorso dell’emigrazione infantile. Il libro racconta di uno dei miti fondamentali della storia americana che è il viaggio da est verso ovest, questo viaggio nella terra sperduta, nella terra povera e in decadenza, fatto da una famiglia che parte in macchina da New York verso il sud-ovest, in Arizona. Dentro questa macchina, si parla, si ascolta la radio, si accumulano oggetti e vediamo che questo libro – continua Concita De Gregorio – “è strutturato come delle scatole di cose, che vanno a formare una specie di pila, di torre. È come se ci fossero tappe del viaggio in cui ci sono delle torri di oggetti che ne segnano le tappe”. L’autrice contrappone questo road trip alla narrativa latina del viaggio – intesa come messicana ed europea – da nord a sud, che vede coinvolti 7 bambini latini che viaggiano su un treno, con altre 7 milioni di persone, dal Messico verso gli Stati Uniti.
L’io narrante del primo viaggio è la madre, lei e suo marito sono documentaristi, raccoglitori di suoni; quindi, essendo abituati all’ascolto, sono in grado di raccogliere e raccontare una moltitudine di storie. Anche i loro figli, seduti sui sedili posteriori della macchina, cominciano a raccontarsi storie, mischiando e sovrapponendo quelle dei grandi, nello stesso modo in cui – in questo libro – si sovrappongono eventi di violenza politica del passato e del presente. Nessuno dei personaggi ha un nome, perché i nomi creano, sin da subito, in chi legge, dei preconcetti, togliendo identità ai personaggi e mettendoli su livelli differenti.
Nel suo “Archivio dei bambini perduti”, Valeria Luiselli riesce a raccontare perfettamente il presente americano e non solo, insegnandoci soprattutto cose che non sappiamo, attraverso i suoni, la letteratura e la verità.
Marianna Zito