“L’oggetto piccolo b” – Il dramma luminoso di Enzo Papetti
Perché l’oggetto piccolo b?
Perché soddisfa bisogni di erranze inquiete, non disegna mete illusorie… perché indica quella parte di noi che ritroviamo in chi è altro da noi… perché in quanto b e non a, come lo chiamava Lacan, invoca chi è destinato alla peripezia di un incessante, vagabondaggio dell’anima…
È Milano la città che fa da sfondo al romanzo di Enzo Papetti “L’oggetto piccolo b” (elemento115, 2020, pp. 360, euro 18), una storia semplice (con sottotitolo “noi due, gli altri e una travolgente normalità”) e sempre intrisa di ironia, che parte come un film con disegni e descrizione dei personaggi e che vede ogni capitolo adornato di note con spiegazioni in una sezione a parte, a cura di Giorgio Di Giulio e di citazioni di film, link e commenti a canzoni a cura di Beniamino Ethan Papetti, che fanno da colonna sonora alla storia, anch’esse descritte in una sezione a parte, con tanto di QR code per l’ascolto.
Un romanzo ricco e permeato di positività, che vede come protagonista il libraio Ivan, un personaggio con una grande cultura, esilarante, sposato con Marta. Ivan peró, dopo anni di matrimonio, si scopre gay e lascia la moglie per poter vivere la sua storia d’amore con Fedro, un cinquantenne gestore di un rinomato locale. Marta non la prende affatto bene, ma col tempo riuscirà a costruire un nuovo rapporto con l’ex marito, fondamentale per lei nelle successive vicende che la coinvolgeranno: l’incontro con Roberto prima e con Corrado poi. In tutto ciò, anche l’amica di Marta, Paola, ha una rilevanza, una donna che a vent’anni ebbe una figlia, Teresa, da una relazione occasionale e che ora, a 40 anni, è alla perenne ricerca di un nuovo marito dopo il divorzio da un ricco industriale. Ivan diventerà il punto di riferimento per tutti gli altri personaggi, riuscendo a donare il giusto supporto emotivo e pratico in svariate vicende. Ivan è un personaggio a cui ci si affeziona, che non finisce di stupire e di stupirsi di come la vita continui nonostante tutto di e di come in un attimo tutto può cambiare all’improvviso.
Un racconto corposo e denso di nozioni al di là della storia stessa, a volte fin troppo costellato di note, ma senza mai spezzare nel lettore il filo del discorso. Si ha modo da riflettere sulla vita e la morte, sulle relazioni d’amore e di amicizia, grazie a una scrittura che ha ben chiara ogni parte, che avvince e mostra anche i lati più scomodi dell’animo umano, le fragilità, e di come sia possibile accoglierli e accettarli.
Roberta Usardi