La voce interiore, il cuore e i ricordi tra le note del pianista Emiliano Blangero – L’intervista
Le note di un pianoforte possono comporre emozioni, immagini, ricordi, come nel caso di “Memories”, il titolo del nuovo singolo del pianista Emiliano Blangero per Believe Music. Il giovane musicista ha già pubblicato un disco nel 2019, “Rivelare”, ricco di riminiscenze classiche; l’anno scorso invece è uscito il singolo “Quel che resta del giorno”, che insieme a “Memories” anticipa il suo secondo disco. Gli abbiamo fatto qualche domanda per conoscere più a fondo la sua musica.
Perché hai scelto il rosso fuoco per la copertina di “Memories”? Identifica il colore dei ricordi a cui associ la musica?
Se si osserva attentamente, lo sfondo rosso non è un vero e proprio sfondo, bensì il muro di una camera oscura, dove vengono sviluppate le foto, e che cosa sono le foto se non i nostri ricordi? Anche il titolo posto nella cornice ha un significato: i ricordi sono così importanti per la nostra vita, perché sono il nostro trascorso e parte di ciò che siamo e che abbiamo vissuto, sono ciò che ci resta quando sembra non esserci più nulla; dunque ognuno dovrebbe incorniciarli e non dimenticarli mai.
Rispetto a “Rivelare”, il tuo primo disco uscito nel 2019, come sarà il nuovo disco, ti senti musicalmente cresciuto?
Sicuramente sono cambiate molte cose dal mio primo album, ho cercato di migliorarmi musicalmente, e di migliorare tutto ciò che riguarda anche il “contorno musicale” . Spero che si senta un qualcosa di nuovo in questo futuro disco, senza però perdere il mio timbro musicale. È sempre difficile capire se un album sarà migliore o peggiore del precedente, cerco sempre di essere molto autocritico, di capire cosa si può migliorare e di eliminare qualsiasi errore. Il mio obbiettivo è arrivare a comunicare qualcosa all’ascoltatore, spero di esserci riuscito anche in questo nuovo disco.
I tuoi brani saranno in piano solo anche nel nuovo disco o saranno presenti collaborazioni?
Anche in questo nuovo album sarò in solitudine con il pianoforte, ma ho molti progetti per il futuro, mi piacerebbe molto coinvolgere altri artisti, scrivere musica per più strumenti, arrivando anche ad altri generi musicali e, perché no, anche collaborare con dei cantanti e dare una “voce” ai miei brani.
Il singolo “Quel che resta del giorno”, primo singolo che anticipa il nuovo disco, di cui hai girato la home session, si riferisce al romanzo di Kazuo Ishiguro?
Esattamente, il titolo riprende proprio l’omonimo libro dello scrittore Kazuo Ishiguro. Ho cercato di rappresentare in musica quello che è per me “quel che resta del giorno” , non un qualcosa di malinconico, ma invece un messaggio di serenità e pace. Anche la copertina richiama questo concetto: è solamente cenere, proprio quella che rimane alla fine di tutto.
“Oltre (The Shape of piano to come Vol. 1)” invece è parte di un altro tuo progetto?
Il singolo “Oltre” fa parte del progetto insieme all’etichetta INRI Classic, con cui ho collaborato per la realizzazione di una raccolta di 20 brani di compositori provenienti da tutto il Mondo. È stato un onore per me far parte di questo progetto insieme a tanti nomi molto conosciuti del panorama nazionale e internazionale.
Qual è la tua fonte di ispirazione principale quando scrivi?
Più che di “ispirazione”, parlerei di una “voce interiore”, una forza che mi porta a comunicare qualcosa, in impulso che arriva dal profondo e affiora nei momenti più casuali. I miei brani sono il frutto delle mie esperienze, delle mie emozioni; tutto questo entra dentro di me e fuoriesce sotto forma di musica, puramente casuale, ma alquanto sincera e vera.
Negli ultimi anni hai collaborato con il Maestro Roberto Cacciapaglia, che cosa hai imparato da lui?
Nel 2020 ho frequentato l’accademia del Maestro Roberto Cacciapaglia, è stata una bellissima esperienza aver potuto lavorare con il Maestro, aver suonato davanti a lui, e aver potuto lavorare insieme sulle mie composizioni. I suoi consigli sono stati molto utili proprio per poter migliorare come pianista e come compositore.
Quali ritieni siano le qualità indispensabili per suonare bene uno strumento?
Credo che non servano molte qualità, ma solamente una: il cuore. Puoi avere tecnica, studio, dedizione, ma se non senti quella voce, quel legame inscindibile con le note, non riuscirai a creare quel contatto con l’ascoltatore. Questo è ciò che mi lega alla musica, è un qualcosa di sovrannaturale, inspiegabile a parole.
Roberta Usardi
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