“La più recondita memoria degli uomini” di Mbougar Sarr
“La più recondita memoria degli uomini” di Mbougar Sarr è il vincitore del premio Goncourt 2021 (Edizioni E/O, pp. 424 , euro 19,50, traduzione dal francese di Alberto Bracci Testasecca).
È la storia di un giovane scrittore senegalese, Diégane Latyr Faye, che nel 2018 scopre casualmente un libro pubblicato nel 1938, Il labirinto del disumano, rimanendo completamente stregato non solo dalla storia narrata ma anche dalle vicende dell’autore T.C. Elimane che, dopo questo libro, sparisce nel nulla travolto dalle accuse di plagio.
L’autore prende spunto da una storia realmente accaduta, quella di Yambo Oulouguem, a cui il libro è dedicato. Scrittore maliano vissuto dal 1940 al 2017. Il suo primo romanzo, “Il dovere della violenza”, fu accusato di essere il risultato di un plagio compiuto ai danni dello scrittore inglese Graham Green. Oulouguem decise di ritirarsi dalla scena letteraria scomparendo completamente fino ad essere completamente dimenticato.
Il romanzo prende, quindi, vita dalla ricerca spasmodica di Elimane da parte del giovane Diegane, che lascia Parigi dove si nutre di cultura e frequenta giovani artisti africani, per intraprendere un viaggio alla ricerca della verità sullo scrittore Elimane. La parte centrale del libro è incentrata proprio sul viaggio, viaggio che diventa anche una occasione per rendere parte integrante del romanzo stesso alcuni degli autori preferiti dallo stesso Sarr.
L’ultima parte di “La più recondita memoria degli uomini”, forse la più intensa emotivamente, è quella del ritorno di Diegane in Senegal per continuare la ricerca di Elimane “a casa”. Sarr descrive alla perfezione un Paese con tutte le sue contraddizioni, tra povertà e ricchezza, corruzione e integrità mentre continua il suo percorso incontrando tutti quelli che di Elimane conservano ancora un vivido ricordo.
“Stanotte ho sognato Elimane. Mi diceva: e tu che ci fai su questa strada che orbita intorno alla solitudine e al silenzio? So di avergli risposto qualcosa di bello, una frase spirituale e disperata di quelle che si trovano soltanto in sogno o alla fine di una lettera di Flaubert o sulle labbra di certi autisti senegalesi quando in pieno ingorgo, tra un’imprecazione oscena e uno sputo dal finestrino se ne escono con luminose massime filosofiche.”
Romanzo ricco e difficile da incapsulare in una specifica categoria, “La più recondita memoria degli uomini” è un libro pieno di riferimenti storici, dal colonialismo alla shoah, tanta parte nel libro gioca l’incontro tra culture, in particolare tra quella europea e quella senegalese, ma è anche un romanzo di amore e di erotismo, in cui non solo gli scrittori sono i protagonisti ma lo è la letteratura stessa, intesa come strumento per viaggiare nella memoria degli uomini.
Anna Lisa Coletta