LA MUSICA PERICOLOSA DI NICOLA PIOVANI AL TEATRO FRANCO PARENTI
Dal 31 dicembre 2018 al 6 gennaio 2019 il Teatro Franco Parenti di Milano ospita un grandissimo artista, Nicola Piovani, con lo spettacolo “La musica è pericolosa”, un concertato in cui ripercorre la sua carriera di compositore raccontando episodi e aneddoti con i grandi del cinema con cui ha lavorato.
“La musica è pericolosa” è una frase di Federico Fellini, riferita a quanto la musica aveva il potere di commuoverlo e di portare alla luce la sua fragilità; Nicola Piovani utilizza questa frase non solo come omaggio al grande regista, ma anche per sottolineare di come questa pericolosità abbia un significato gioioso, quello di un incontro con la bellezza, quella bellezza che turba, ma che al tempo stesso infonde gioia. Insomma, l’incontro con la musica è paragonabile all’innamoramento adolescenziale. E da questo incontro Nicola Piovani inizia il suo racconto, partendo proprio dal grande Fellini e dalla storia della colonna sonora del film “Intervista” (1987); ironia e intensità emergono dalle parole di Piovani, momenti indimenticabili tradotti subito dopo in musica. Fellini fu solo uno dei registi con cui Piovani ha lavorato come compositore e durante la serata vengono proposti anche i temi di altri film: “Jamon Jamon” (1992) di Bigas Luna, “Hungry Hearts” (2014) di Saverio Costanzo fino ad arrivare a Mario Monicelli nelle pellicole “Speriamo che sia femmina” (1986) e “Il marchese del Grillo” (1981) con il grande Alberto Sordi.
Il percorso musicale di Nicola Piovani non riguarda solamente la musica da film, ma si espande a 360 gradi impregnandosi di antichità fino alla mitologia greca ed in particolare viene citato il mito di Orfeo che, suonando la sua cetra, riesce a non cadere vittima delle sirene. Queste ultime, famose per i loro canti ammaliatori e portatori di morte, sono ispirazione per il brano “Partenope” subito seguito da “La danza dei sette veli” in riferimento a Salomè, che attraverso l’erotismo dei suoi movimenti vuole (e riesce a) sottomettere Erode. E ancora la musica nella vita di Piovani si espande altrove, tornando alla modernità e al lavoro con Roberto Benigni per la sigla di ingresso della lettura della Divina Commedia. Non mancano neanche le trascrizioni di brani classici e il pubblico ascolta ammaliato la “Mazurka Op. 17 n. 4” di Fryderyk Chopin e “Golliwog’s Cakewalk” di Claude Debussy.
“Nell’amore le parole non contano, conta la musica”
L’ultima parte dello spettacolo si concentra su tre episodi significativi, prima raccontati a voce e poi in musica: la “canzonetta” composta da Piovani con il testo di Vincenzo Cerami e Roberto Benigni nel 1995, dal titolo “Quanto t’ho amato” (2002), la registrazione di “Caminito” cantata da Marcello Mastroianni sulla musica di Filiberto Juan de Dios nel film “De eso no se habla” (1992) e la canzone “Il bombarolo” dall’album di Fabrizio De Andrè “Storia di un impiegato” (1973). Questi tre brani finali, magnifici, portano lo spettatore ancora più a fondo nell’emozione pericolosa che la musica porta. Lo spettacolo intero ha in sé le mille forme che la musica può assumere ed è evidente come il suo potere magico sia sempre presente.
“Desde que se fuè / triste vivo yo / Caminito amigo / yo tambien me voy
Desde que se fuè / nunca mas volviò / seguire sus pasos / Caminito adios”
I musicisti che accompagnano Nicola Piovani nel viaggio attraverso la sua vita e carriera musicale sono straordinari: Rossano Baldini alle tastiere / fisarmonica, Marina Cesari al sax / clarinetto, Pasquale Filastò al violoncello / chitarra / mandoloncello, Ivan Gambini alla batteria / percussioni e Marco Loddo al contrabbasso. Molto belle ed evocative le immagini proiettate sullo sfondo durante i momenti musicali, che aiutano lo spettatore a immedesimarsi all’interno delle tappe percorse del compositore romano: locandine, fotografie, disegni, ricordi. Bis immancabile la colonna sonora premio Oscar de “La vita è bella” (1997).
Uno spettacolo meraviglioso che porta il Teatro Franco Parenti a un inizio del 2019 strepitoso ed emozionante.
Roberta Usardi