Enzo Beccia e il nuovo album “Alti e bassi”
Il 20 marzo scorso è uscito il nuovo album di Enzo Beccia, dal titolo “Alti e bassi” per Caffelatte Produzioni Musicali. Il 26 aprile è uscito invece il video di “I puntini di sospensione”.
Questo nuovo lavoro discografico disco vede coivolti oltre a Enzo Beccia (voce, chitarre, cavaquinho): Stefano Ambrosioni (cori), Giovanni Doneda (basso), Pietro Gregori (batteria), Sabina Vercesi (flauto), Massimo Marcer (tromba e flicorno), Rudi Manzoli (sax tenore e baritono), Stefano Ivan Scarascia (wurlitzer, hammond e piano), Niccolò Polimeno (chitarre, mandoline e cori), Matteo Gilli (percussioni).
Un ottimo disco a livello sonoro e a livello di testi, che si sviluppa in otto bei brani; qui di seguito il dettaglio.
“Mi sveglio ottimista” fa partire il disco in una chiave funky esaltata dai fiati; il testo parla dei diversi risvegli possibili, pieni di pensieri di ogni tipo e delle oscillazioni degli stati d’animo “e mi sveglio ottimista e poi passa”, ma con un ritornello mantra che porta l’arma del cambiamento “buonumore senza senso, mi sento invincibile, potrei cambiare la mia vita o il mondo intero”.
“Che incredibile distanza” si riferisce a quella che può esserci tra periferia e centro, ma anche tra altrettante molteplici situazioni di vita: “che incredibile distanza non per merito, ma per caso, chi ha tutto da vivere e chi resta al margine” che si ripresentano di generazione in generazione.
“La chimica della vita” è il risultato inspiegabile che oscilla tra dubbi e certezze: “vorrei una formula che spieghi noi due, unici ma uguali a mille altri noi, vorrei una parola resistente, che non si consumi mai, se la dirò ogni giorno a te”; come per le emozioni, alla fine non è possibile far rientrare la vita in formule o regole prestabilite.
“Il mio male peggiore” si rivolge a un dottore, a cui il paziente confessa un sintomo importante: “dottore oggi ho bisogno di riposare perché il mio male peggiore è non ricordare” mentre riflette sulla vita.
“Tra la fine e l’inizio” è una ballata struggente, in cui si dice che le delusioni sono il rischio peggiore nella vita, ma l’importante è continuare a sorridere per andare avanti e seguire i propri sogni:“un giorno guarderai a questo istante speciale tra la fine e l’inizio quando tutto è possibilità e fa paura perché la vita è contraddizione, si cammina sul filo tenendo il fiato per l’emozione”.
“In controluce” è un brano intimo con sfumature jazz nel ritornello che parla del cammino della vita e del fatto che “saper dimenticare quelle giornate amare è l’unico segreto di chi non guarda più indietro” per andare avanti senza pesi inutili.
“Un altro giro” ha un’impronta cantautorale, parla della vita secondo l’estro e l’istinto, “gettando all’aria ogni progetto razionale”, della fragilità della felicità, così delicata e di durata infinitesimale. Nel ritornello si chiede; “e allora datemi un altro giorno per suonare o per gridare, un’altra mano, un altro gioco da inventare, un altro giro, un’altra corsa da conquistare”.
“I puntini di sospensione” è una ballata romantica, che parla di come si cresce e i sogni cambiano in età adulta rispetto alla gioventù, i puntini di sospensione sono “i sogni messi in pausa per non dire non sarà mai”, sono isole separate rispetto alla propria strada di vita, piena di curve, che portano a fare collezione di delusioni, ma anche a trovare veramente se stessi.
Roberta Usardi
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