Deflorian/Tagliarini: alla Triennale di Milano il nuovo spettacolo “Sovrimpressioni”

21 gennaio 1986, esce nelle sale “Ginger e Fred” diretto da Federico Fellini. Il film racconta la storia di due ballerini, Pippo e Amelia, conosciuti al pubblico, durante la loro giovinezza, con il nome d’arte Ginger e Fred, in onore degli indimenticabili Ginger Rogers e Fred Astaire. Dopo una separazione artistica durata 40 anni, i due, non più giovanissimi, si ritrovano a ballare di nuovo insieme durante un programma televisivo. Ad interpretare i protagonisti furono Marcello Mastroianni e Giulietta Masina.
Così come il grande regista riminese, per questo film, ha sovrimpresso Pippo e Amelia a Fred e Ginger, a modo loro Daria Deflorian e Antonio Tagliarini fanno lo stesso, ovvero si sovrimprimono ai due personaggi del film, dando voce alle proprie riflessioni sul tempo che passa. Questo processo si è concretizzato con “Sovrimpressioni”, il nuovo spettacolo in scena alla Triennale di Milano, nel Salone d’Onore al primo piano, fino al 23 ottobre.
Il processo di sovrimpressione prende subito il via attraverso una graduale trasformazione: i due attori entrano nello spazio con i loro abiti, ma come prima cosa si spogliano, indossando invece una grigia vestaglia. Si accomodano poi alle estremità di un lunghissimo tavolo, in mezzo al quale si erge uno specchio. Ed eccoli di fronte a se stessi, pronti a guardare il cambiamento che avverrà sul loro viso a poco a poco, grazie all’ausilio delle sapienti mani di Cecilia Bertozzi e Chiara Boitani, addette alla sistemazione dei capelli e al trucco.
“Ti ricordi quella volta che…?”
È così che si dice spesso in una conversazione tra amici. Si rievocano episodi del passato che hanno lasciato un segno, belli o brutti che siano. Ma non è una domanda che sa di vecchiaia? I due attori conversano e riflettono su episodi del passato e su ciò che esiste al di là della vita prettamente artistica, ovvero la quotidianità delle azioni che li definiscono in primis come esseri umani: dal piacere di stare (e restare il più possibile) seduti, al piacere di coricarsi presto per la notte, e altri piccoli dettagli. A tutto questo si aggiunge il fattore dell’età, quella effettiva e quella che ci si sente (o vuole sentire) addosso. Da qui si fanno strada i ricordi del film di Fellini, “Ginger e Fred”, con quei due protagonisti non più giovani che riportano a galla un passato ormai obsoleto. Si discute di come, per le riprese di “Ginger e Fred” i due protagonisti avessero rifiutato di usare controfigure, mettendosi in gioco completamente nelle scene di ballo, così tanto che la Masina fu vittima di un incidente che le provocò l’incrinatura di una costola, cosa che indusse allo stop delle riprese. Anche oggi, se un attore avesse un incidente, si fermerebbe davvero l’intero staff di un film in attesa della guarigione? Si può essere indispensabili?
Questi sono solo alcuni degli argomenti che vengono sviscerati, in modo molto fluido e confidenziale, condito da momenti di frizzante ironia. Intanto la trasformazione procede, fino a quando non si completa e arriva il momento della vera e propria sovrimpressione.
La compagnia Deflorian/Tagliarini, con “Sovrimpressioni”, continua la propria indagine intorno al film “Ginger e Fred”, già avviata con “Avremo ancora l’occasione di ballare insieme”, seguita dal documentario “Siamo qui per provare”.
Uno spettacolo che fa centro, disarmante e spudoratamente sincero.
Roberta Usardi
Fotografia di Greta De Lazzaris