Napoli come Zion – Protocollo XY
“So che avete paura di noi, paura di cambiare. Io non conosco il futuro , non sono venuto qui a dirvi come andrà a finire, sono venuto a dirvi come comincerà” – Matrix –
Spesso e volentieri sentiamo citare Napoli – e quello che accade in pieno giorno e in pieno centro nella nostra bella e difficile città – associandolo a gravi avvenimenti di cronaca che avvengono in altri luoghi del nostro Paese. E questo per chi a Napoli ci è nati, come me, risulta spesso sgradevole e triste. Poche sera fa mi sono ritrovato nel nostro centro storico – che ha dato i natali a tanti grandi della cultura italiana prima ancora che partenopea – per andare a teatro. Perché nella Sanità, questo quartiere dove “ti sparano a ogni angolo di strada”, esiste un teatro bellissimo nato dalla valorizzazione di una chiesa settecentesca, la chiesa dell’Immacolata e san Vincenzo. un’idea di un parroco illuminato del rione che nel 2012 affida la gestione del teatro a giovani professionisti del settore teatrale. Incuriosito dall’idea di portare la fantascienza a teatro mi reco guardingo verso questa meraviglia che è il Nuovo Teatro Sanità. Scopro che Protocollo XY, dramma di Bruno Barone che ne cura anche la regia, è il vincitore di un gioco teatrale chiamato ON STAGE H24 , un’idea di Fabiana Fazio e Carlo Caracciolo che prende spunto da un evento, il Kino Kabaret, dove filmmakers si incontrano per realizzare cortometraggi in poco tempo. I due si sono chiesti cosa sarebbe successo se avessero organizzato lo stesso in ambito teatrale. Un esperimento, un gioco dove partendo da zero attori, autori, registi e anche solo semplici curiosi con un teatro a disposizione e piccole regole del gioco si mettono alla prova dando vita a pieces teatrali. Dopo quasi due ore di spettacolo posso dire che il loro è un esperimento riuscitissimo e gli attori hanno incantato interpretando diversi ruoli cambiando di volta in volta abito e colori.
Siamo in un dramma di fantascienza ambientato a Napoli nel 2225. Il mondo è un luogo irrimediabilmente compromesso, l’aria è irrespirabile. La popolazione soggiogata è costretta a vivere in condizioni disumane e gran parte delle persone hanno accettato un programma di vita virtuale. Prendete Matrix e trasportatela in Italia e capirete che l’idea dei due autori è non solo geniale, ma anche l’unica soluzione possibile. In questo futuro compromesso da attacchi nucleari solo Napoli con tutte le sue contraddizioni, la sua forza vitale e la voglia di ritrovare uno splendore che le appartiene da sempre può essere baluardo contro la dittatura di regime. Napoli come Zion e più precisamente il cuore di Napoli, quella Napoli Sotteranea ,fitto reticolo di cunicoli e cavità nel sottosuolo che formano una vera e propria città sotto la città. Scenario ideali dove al buio gli attori di Protocollo XY si muovono con maschere e copricapi come lunghi capelli. Piccole luci, led luminosi e torce a illuminare il tutto e in un attimo insieme a loro, o meglio attorno a loro perché spesso i ribelli si muovono tra il pubblico, siamo tutti nel 2225. L’intera vicenda si sposta in continuazione tra il sottosuolo e la superficie, dove le classi dirigenti hanno catturato un combattente e cercano attraverso degli esperimenti di trasferire la coscienza umana in corpi creati in vitro.
Ho trovato sorprendente l’idea di inserire nel parlato delle parole inventate, prese direttamente da questo futuro distopico, parole frutto di una sperimentazione linguistica che ha portato il napoletano a inglobare termini cinesi, che se da un lato porta un po’ di confusione all’inizio quando ancora dobbiamo ambientarci , dall’altro rende il tutto più reale e credibile.
Cinque attori interpretano i più svariati ruoli in un continuo gioco delle parti. Una scenografia complessa e articolata rende perfettamente il futuro complicato dove i nostri protagonisti si muovono. Quando la magia del teatro incontra la fantascienza non possiamo fare altro che alzarci in piedi e applaudire. Ero curioso di capire come avrebbero portato la fantascienza a teatro, ora che lo so non posso fare altro che chiudere gli occhi per immergermi nuovamente in questo futuro prossimo dove Napoli e i napoletani potrebbero essere l’ultima roccaforte a difesa del genere umano e, forse, sarebbe il caso di ricordarlo tutti e sempre.
Antonio Conte