“L’enigma dell’ermellino” – Una cornice troppo stretta
Il libro e l’autrice
Nella mente di un adolescente spesso il museo viene associato a un posto polveroso, carico di passato e senza troppo da raccontare, un posto immobile, fuori dal tempo. Immaginiamo però di cambiare prospettiva. Immaginiamo di entrare nel romanzo di C.C. Omell, “L’enigma dell’ermellino” (Le Commari Edizioni, 2020, pp. 171, euro 13,50). Se è vero che ogni quadro ha una sua storia, qualcosa da raccontare, come sarebbe ascoltare questa storia?
Un viaggio nell’arte
L’autrice ci offre una bellissima dama con ermellino come compagna di viaggio, permettendoci un tuffo sensoriale nell’arte. Ecco che l’autoritratto di Van Gogh si materializza a pennellate corpose davanti a noi. È una lunga passeggiata quella che ci attende, ci farà compagnia qualche vecchio amico, la classicità di De Chirico e la plasticità di Michelangelo. Ulisse polytropos, l’eroe dai tanti luoghi e dall’ingegno acuto, ci difenderà ancora una volta. Qualcuno ci tradirà, qualcun altro si sacrificherà e forse questa notte stellata ci farà da balia.
L’arte e la bellezza
“L’enigma dell’ermellino” è un viaggio alla riscoperta della bellezza, alla ricerca di un cuore pulsante che ancora batte in una tela incorniciata. Immaginiamo di essere parte di questo quadro, di avere la chiave d’accesso per un mondo nuovo, un mondo fatto di tante cornici diverse, e di poter passare da un posto all’altro alla ricerca di qualcosa che forse è andato perduto.
«Anche a te hanno portato via qualcosa?» «Sì, le mie lacrime, la mia sofferenza» rispose triste Frida. «Beh, se è così, non ti è andata male…!» osservò Andrea, meravigliato della reazione della donna. «L’angoscia e il dolore, il piacere e la morte non sono nient’altro che un processo per esistere»
Al risveglio potremmo sentirci disorientati ma tutto tornerà al proprio posto, Cecilia Gallerani ritornerà a essere la bellissima dama con l’ermellino e noi saremo sullo scomodo divano di un vecchio museo.
Massimiliano Pietroforte