“Gettoni” è il disco d’esordio della band veneta Giostre – La recensione
Oggi, 30 ottobre, è uscito, edito da Xo Publishing, “Gettoni” il disco d’esordio della band veneta Giostre, che si definisce un progetto art-pop d’evasione che vuole fondere il cantautorato punk con l’elettronica psichedelica lo-fi. La formazione comprende Jacopo e Camillo Dal Forno (tastierista e compositore), Marco Danieli aka Pluto (voce) e Silvio Rondelli aka Michael Knife (produttore, synthwave e 3D artist).
Il disco contiene otto brani inediti, che, pensando al titolo, possono essere interpretati come “gettoni” che si infilano in un Juke Box o che danno l’accesso alle montagne russe raffigurate sulla copertina. Brani che mischiano dance, elettronica e un po’ di trap, dove non sempre regna la melodia, ma il messaggio arriva in ogni caso, utilizzando un linguaggio contemporaneo e senza fronzoli. Andiamo nel dettaglio.
“Turandot” inizia il disco con un ritmo latino, a cui si mischia elettronica e una melodia semplice; il ritornello ha un beat più forte, da dancefloor. Il testo è ambientato a Verona, in un parco giochi dove succede di tutto. Il titolo ha un riferimento concreto nel breve e attutito frammento di “Nessundorma” cantato da Pavarotti.
“Beach in bici” ha un ritmo funky e rilassato, ma che cambia nel ritornello portando in una sonorità ipnotica da videogame lasciando spazio all’elettronica e alla voce distorta e non identificabile che gioca sul sull’assonanza del titolo tra beach e bitch.
“Seguimi” punta alla melodia e vira verso il pop, il titolo è riferito ai social, con la consapevolezza che la nuova comunicazione è fatta di immagini: “il mio mondo è fatto di filtri, ma non so cosa dirti” ma continuando a esortare verso la strada che allontana dalla realtà seguimi tra l’immondizia digitale impareremo ancora a nuotare cercando contatti da eliminare”.
“Garageband©” ha un ritmo dance e un testo che si incentra sulla tecnologia e sull’uso del software Garageband come mezzo immancabile per fare musica e aprirsi un percorso musicale, fino all’estremo: “ho venduto la tele(caster) per comprare un ukulele”. Alla voce, oltre a Pluto e Jacopo, si aggiunge Michael Knife.
“Buco nero” è un brano pop elettronico, con synth e beat che offrono un’atmosfera cupa con versi crudi e amari: “voglio vivere così, con un buco nero in fronte e le canzoni delle giostre, ballare con ossa rotte”. Oltre alle voci di Pluto e Jacopo si aggiunge Charlotte Cardinale.
“In coda alle poste” è un brano serrato, in stile trap, con synth e parlato, con un ritmo pungente nel ritornello e con un testo che prende spunto dalla quotidianità. Poste e giostre offrono un interessante binomio.
“Cassa integrazione” è un brano lento, con la voce effettata che si muove su un pattern elettronico, per un testo rassegnato e duro: “penso solo a cose brutte e son bloccato nelle pare” fino alla ribellione, con il trap e il beat: “andiamo in cassa integrazione fino alla pensione”.
“Piazza Italia” è un brano melodico e lento, la piazza del titolo fa riferimento a Verona, evocando ricordi di coppia, con un ritornello ad alta intensità: “e penseremo a quanto il mondo potrebbe essere più normale, basterebbe un gabinetto pubblico nel centro di Verona”.
Al termine di “Gettoni” termina il giro sulla giostra musicale della band, che necessita di più ascolti per poter entrare nella giusta sintonia. La varietà dei brani rende l’ascolto attento fino alla fine e in un andamento che ricorda davvero le montagne russe, con momenti più serrati a momenti di relax.
Roberta Usardi
https://www.instagram.com/musicagiostre/
https://m.facebook.com/musicagiostre