“Un romanzo che respira come una poesia”: intervista a Ezio Granese, autore di “Le forme dell’amore”

Ezio Granese, classe 1980, è uno scrittore, ma anche ingegnere e musicista. Una personalità eclettica che nell’ultimo anno ha pubblicato una raccolta di poesie, “Il Diamante” (Carthago edizioni, 2024) e un romanzo, “Le forme dell’amore” (Aletti editore, 2025). Dopo aver letto e recensito quest’ultimo (qui il link), abbiamo voluto approfondire direttamente con l’autore le tematiche affrontate e non solo.
Leggendo “Le forme dell’amore” non ci si può non chiedere quanto di te c’è nel personaggio di Marzio, che condivide molti tuoi tratti, dalla passione per la poesia, all’essere un ingegnere e anche un pianista. Marzio è una specie di tuo alter ego?
Marzio è una parte di me, ma non solo di me. Anzi, più che una sola parte, è la somma di tante versioni di me stesso: il sognatore, il razionale, il fragile e il coraggioso. In lui convivono le mie luci e le mie ombre. Certo, la passione per la musica, per la scrittura e le radici partenopee non sono un caso — ma più che un alter ego, Marzio è una voce interiore che ho lasciato parlare senza filtri. Ti svelo poi un segreto: il nome non è un caso ma una crasi di due nomi. Non posso dire altro, ma anche questa è stata una scelta ben specifica.
Nella vita, non sei solo un ingegnere e uno scrittore, ma anche un bravissimo pianista. Come ti sei avvicinato alla musica e cosa ti ha spinto a creare anche una colonna sonora del romanzo?
Mi sono avvicinato alla musica grazie a mio padre, che fin da piccolo mi ha avviato sulla strada di quello che era da sempre stato un suo sogno, quello di suonare uno strumento e in particolare il pianoforte. Da allora, la musica è sempre stata un linguaggio speciale, che ho sempre utilizzato come forma di espressione molto intima e personale. Suonare per me non è mai stato solo un esercizio, ma una forma di respiro. Mentre scrivevo il romanzo, sentivo che le parole avevano bisogno di un suono, di una vibrazione che arrivasse dove la carta non poteva. Così è nata l’idea della colonna sonora: le note raccontano le emozioni che le parole solo sfiorano. “Le forme dell’amore” è un dialogo costante tra musica e sentimento. Questa colonna sonora ha poi preso forma concreta in un brano di cui ho scritto musica e parola e che di recente è stato pubblicato su Youtube, Spotify, Amazon Music e tutti i principali store, sia in versione strumentale che cantato, in collaborazione con due talenti, due artisti ai quali sono molto legato: la stupenda voce della bravissima Lidia di Paola e l’arrangiamento del mio grande amico pianista e compositore Samuele Rizzuto che ringrazio per avermi aiutato a costruire un altro tassello di questo entusiasmante mosaico di emozioni.
Qual è stata la genesi di “Le forme dell’amore”? Quando hai deciso di scriverlo e perché proprio una storia d’amore? E in quanto tempo l’hai scritto?
L’ho scritto in circa un anno, in un momento di profonda trasformazione personale. Avevo bisogno di dare voce a ciò che resta dopo che l’amore finisce, e a ciò che nasce quando si ricomincia a credere nei sentimenti. È una storia d’amore, sì, ma anche di consapevolezza, di libertà, di crescita che ho trovato il coraggio di mettere su carta.
Nel romanzo si parla di Marzio come un quadrato e di Marilena come un cerchio. Tu a quale forma senti di assomigliare nella vita?
Mi sento un quadrato che sogna di essere un cerchio. Ho un’anima razionale, che ha bisogno di ordine, ma anche una parte profondamente emotiva che vorrebbe lasciarsi andare. Forse l’equilibrio sta proprio lì, tra l’esigenza di stabilità e il desiderio di infinito. È quello che il romanzo cerca di dire: ogni forma d’amore è un modo diverso di provare a combaciare.
Come hai scelto la giusta copertina?
La copertina è nata come un simbolo, non come un semplice disegno. Per questo devo ringraziare di cuore un’altra artista alla quale sono molto legato, Fiorella di Mauro, che ha creato in esclusiva per questo romanzo questa splendida ed evocativa immagine trasformando in linee e colori i simbolismi e la profondità del messaggio che il romanzo voleva trasmettere; Fiorella che tra l’altro ha curato anche la copertina e le immagini presenti ne IL DIAMANTE. Il quadrato e il cerchio che si intrecciano rappresentano la dualità dei protagonisti, ma anche il tentativo — a volte disperato, a volte dolcissimo — di far convivere due essenze diverse. Sullo sfondo, il mare e il tramonto: il tempo e l’infinito. Ogni elemento parla della loro storia, e di tutti noi.
Hai pubblicato una raccolta di poesie, “Il Diamante”, prima di questo romanzo. Come è stata questa esperienza di passaggio dai versi alla prosa? Te lo aspettavi?
È stato un passaggio naturale, ma non semplice. La poesia mi ha insegnato a pesare ogni parola, a lasciare spazio al silenzio, e a fissare in istantanee i momenti e le emozioni come una polaroid dell’anima. Nell’approcciarmi al romanzo, un genere meno conciso e che aveva la necessità di raccontare una storia per esprimere il suo significato ho cercato di mantenere questa sensibilità anche nella prosa. “Le forme dell’amore” è un romanzo, ma respira come una poesia: le frasi sono musicali, intime, a volte sospese e non mancano dei passaggi in cui la poesia si integra con la narrazione proprio nel tentativo di fissare come una fotografia dei momenti e dei passaggi particolarmente intensi. Non me l’aspettavo, ma è stato come passare da un sussurro a una voce.
Quali sono i tuoi prossimi progetti? Sei già al lavoro su un nuovo libro?
Eh si, la parola e le emozioni non si fermano mai. Sto lavorando a più di un progetto in realtà. Oltre a “LE FORME DELL’AMORE – Infiniti come il mare” (Aletti editore) e al già citato “IL DIAMANTE” (Carthago Edizioni) Ho da poco pubblicato un’altra raccolta di poesie, “SUSSURRI DEL TEMPO” (Aletti editore), nella quale sono tornato alla poesia e alla sua capacità di sentire e ascoltare i sussurri tra le pieghe del tempo e trasformarli in immagini, parole, emozioni e sensazioni che oscillano tra il passato il presente e il futuro danzando sul filo delle emozioni. Oltre a questo sto lavorando a “LA PERLA”, che sarà il secondo capitolo di una trilogia poetica di cui IL DIAMANTE è il primo capitolo. Sto anche lavorando a un nuovo romanzo. Sarà diverso, ma ugualmente introspettivo: parlerà di rivelazioni, di seconde possibilità, di illuminazioni e della capacità di ritrovarsi dopo essersi perduti. Anche lì il protagonista sarà un personaggio che rispecchierà altre parti di me, ma non voglio anticipare altro.
Roberta Usardi








