“Ramo” – Il graphic novel di Silvia Vanni
Ramo è ormai solo il riflesso di un nome, il suo palindromo. Da quando Omar non c’è più, non si sente altro se non il riflesso di se stesso. Eppure è ancora qui. Perché? Cosa ha lasciato in sospeso sulla terra? È ancora qui per lei, per Altea, che ha perso la sua metà e inconsapevolmente ha perso anche Omar, ma ancora non lo sa. Ci sono Altea a Rugola, l’unico che riesce a vedere Omar. Ci sono rimpianti e tristezza, ma che verrano presto sostituiti dai sensi di colpa e poi ancora dalla musica del pianoforte di Omar, da nuove speranze, da nuova vita.
Con il graphic novel “Ramo” (Bao Publishing, 2019, pp. 140, euro 18), Silvia Vanni – Fantafumino ci racconta, con delicatezza, una storia di dolore e perdita; e ci spiega quanto sia importante il peso di una parola o di uno sguardo per chi lo riceve, anche se quella parola non ha alcun peso addosso. E ancora ci insegna che ogni momento è quello giusto per ricominciare e per ricostruire nuovi tasselli che, messi insieme, saranno il futuro. I disegni sono armoniosi, le linee curve rendono i personaggi, soprattutto la protagonista, adorabili per chi li sfoglia e, pagina dopo pagina, si avverte una forte empatia, ma forse è semplicemente una sorta di immedesimazione per situazioni che, in un modo o in un altro, sono vicine anche a noi. I colori sono tenui e regalano, nonostante i temi trattati, la sensazione piacevole di un mondo ovattato e avvolgente – come il maglione intorno al corpo di Altea – dove tutto muta ma mai senza armonia, protezione e amore. Da leggere e rileggere.
Marianna Zito