“Molto rumore per nulla”, prima nazionale al Festival shakespeariano di Verona
Per la 76a edizione dell’Estate Teatrale Veronese è andato in scena, al Teatro Romano, 25 e 26 luglio, con la regia di Veronica Cruciani, “Molto rumore per nulla”, con Lodo Guenzi, Sara Putignano, Paolo Mazzarelli, Francesco Migliaccio, Marco Quaglia, Romina Colbasso, Lorenzo Parrotto, Davide Falbo, Marta Malvestiti, Andrea Monno, Gianluca Pantaleo.
La tragicommedia di Shakespeare, scritta tra il 1598 e il 1599, rivive attuale in versione sagace e quasi psichedelica con l’adattamento della stessa regista e di Margherita Laera, evidenziando la disparità di ruolo sociale tra uomo e donna. La vicenda si svolge a Messina, dove il governatore Leonato, padre della bella Ero, accoglie Don Pedro e il suo seguito al rientro dalla guerra: tra questi vi sono Benedetto–Guenzi, Claudio il nobiluomo che si innamorerà di Ero e Giovanni, l’antagonista che tesserà la cinica trama, mosso da ira e invidia. Il dissidio tra odio e amore, tra uomini e donne innamorati, è un balletto di arguzie e segreti, inganni e tradimenti. Un labirinto di specchi in cui si celano coppie di opposti o compensazioni: Beatrice–Putignano, cugina dell’innocente Ero, è emblema della donna che vuole essere forte, non incline ai vagheggiamenti amorosi, “meglio scorbutica che cornuta!”, libera e trasgressiva, ostile da sempre a Benedetto, anch’egli solerte nel rifiutare qualsiasi coinvolgimento col “tiranno gentil sesso”. La coppia Ero-Claudio si tinge di tradizione e dominio maschile, con tinte macabre e violente, un Romeo e Giulietta versione dark. Beatrice e Benedetto sono invece la rivoluzione, uguali ma diversi, vittime inconsapevoli dei ruoli sociali, il dover essere rispetto al poter essere. Gli uomini hanno il potere e la guerra, le donne hanno il potere del matrimonio, ognuno ha un posto ben delineato nella società, senza via di scampo. Ma solo chi osa, può essere felice.
Una regia ben delineata, con cambi vivaci e suggestivi di atmosfere brillanti e drammatiche, degno di nota il momento funebre della sventurata Ero. Il registro comico si intreccia con il dramma, i dialoghi e i monologhi sono un’eccellente prova per tutto il cast, comprese le canzoni di Lodo Guenzi e Nicolò Carnesi.
Shakespeare non è mai didascalico nè semplice, ma trasporta in un labirinto di emozioni e di azioni che rendono ogni personaggio potente e degno di raccontarsi, maschera sociale o maschera di se stesso. La maggior parte di loro compie un’evoluzione, un cambiamento per migliorarsi, generando molto rumore fuori e dentro di sè, proiettando luci e ombre sugli altri, inevitabilmente influenzati: l’infinito spettacolo della vita, raccontato sempre magistralmente dal Bardo e riadattato, con molto rumore, da Veronica Cruciani.
Produzione di Valerio Santoro per La Pirandelliana e Teatro Stabile del Veneto – Teatro Nazionale.
Silvia Paganini