Le “Acrobazie” di Alessandro Trasciatti
Ecco un libro acrobatico che si innalza, ricade e si definisce nell’arco di vent’anni. Sono frammenti intermittenti ma compiuti, come li definisce lo stesso autore. Creeranno nel lettore una visione d’insieme? Ci si potrà appendere a ogni parola come fosse un’altalena sospesa a mezz’aria in attesa di una spinta verso il cielo?
Con “Acrobazie. Storie brevi e brevissime” (Il ramo e la foglia edizioni, pag. 84, euro 13) Alessandro Trasciatti crea racconti di parole morbide a risvegliare la memoria del passato, alla ricerca di un rifugio per fuggire a ciò che ora accade, a navigare nei pensieri e nei flussi di acqua, invidiando le sorti sì peggiori, come Phlebas il Fenicio, eppure mistificate dalla poesia. Sono ricordi svelati in prima persona ora di adulto ora di bambino; sono sogni intrecciati a fantasie ingenue e anche pensieri d’amore. E poi i sensi di colpa, e ancora la mente con i suoi giri e le sue capriole e i luoghi, che diventano rifugio, anche se non sempre quello scelto si rivela essere quello giusto, quello in cui una storia potrà evolversi fino a sembrare perfetta. E ancora la paura, la vecchiaia e la morte.
Storie intrise di particolari e di eccezioni, in cui l’autore svela se stesso, ma anche ognuno di noi, attraverso un percorso fatto di scoperte, debolezze ed emozioni che ci riguardano da vicino, ci discostano dalle abitudini e ci dirigono verso quei perfetti sconosciuti che ci passano accanto. Scene quotidiane e non che vengono sfaccettate per rivelarsi a noi per ciò che sono, nulla si compie, nulla accade. Forse. A ognuno, infine, resterà un’immagine diversa. La sua.
Marianna Zito
Grazie per l’attenzione alle “Acrobazie” di Alessandro…