“La psicoanalisi di fronte ai comportamenti alimentari contemporanei” a cura di Gioia Marzi e Quirino Zangrilli

Il volume “La psicoanalisi di fronte ai comportamenti alimentari contemporanei” (Armando Editore, pp. 146, euro 20) è una raccolta di saggi curata dalla psichiatra e psicoanalista Gioia Marzi e dallo psicoterapeuta e psicoanalista Quirino Zangrilli, contenente gli interventi presentati da diversi autori e professionisti di diverse scuole e nazionalità al Congresso Internazionale, organizzato dall’Istituto Svizzero di Micropsicoanalisi e dalla MicroPsy Academy, tenutosi a Fiuggi il 5 dicembre 2024, su un enorme problema clinico che oggi è sempre più diffuso nei Paesi sviluppati: i disturbi alimentari, dai disturbi restrittivi (l’ortoressia e le anoressie) ai disturbi bulimici e a tutte le complicanze a essi correlate, dalla malnutrizione all’obesità, dal cibo come vita al cibo come morte; su questo punto nel suo estratto Gioia Marzi, anche direttrice dell’associazione Onlus “LaSirena”, come ci racconta Silvia Palombo – spiega che “i DCA sono la prima causa di morte per le giovani donne , con una mortalità fino al 20%, ma con un abbattimento al 2-5% nei casi trattati tempestivamente”, menzionando il caso di Terry Schiavo ricordato sì per l’eutanasia, ma nessuno (compresa la sottoscritta) si è mai chiesto perché la donna fosse ridotta a un coma irreversibile…
Ma quali sono le cause di queste malattie? E quali le possibili soluzioni terapeutiche?
Di sicuro, si evince subito che un ruolo fondamentale nella genesi di questi disturbi “viene svolto dallo psichico inconscio, depositario delle memorie conflittuali delle esperienze traumatiche utero-infantili”, oppure è causato da episodi traumatici inconsci e/o di abusi sessuali subiti durante la prima infanzia, spiega Quirino Zangrilli nella sua Prefazione al libro o ancora, con la trattazione di Alessandro Mura, possiamo riflettere sui legami generazionali oppure sulla figura inconscia dell’orco, come spiega Daniel Lysek. E ovviamente si parte dal definire l’assunto fondamentale che “se non mangiamo non viviamo” e non mangiando è, inoltre, evidente che ci allontaniamo anche dagli altri, perché da sempre il cibo è simbolo di convivialità, festa e relazioni sociali, nonché simbolo anche dei territori, dei quali diventa anche caratteristica essenziale. Il desiderio di chi soffre di DCA è la regressione, il ritorno all’infanzia, quando facilmente rifiutavamo il cibo oppure al momento in cui le rotondità femminili non avevano ancora preso il loro posto, senza quindi mai acquisire una consapevolezza sul cibo o un’educazione alimentare adeguata.
Dall’interpretazioni dei sogni alle teorie freudiane; dalle tradizioni popolari, come ad esempio il kashrut spiegato da Delina Serovaiskaya, all’inconscio, dal vegetarianismo illustratoci da Milana Isaeva al rapporto genitori-figli, fino alla conoscenza del Sé rabbioso attraverso le riflessioni di Luciano Peirone e Elena Gerardi, questi saggi sciorinano tutti quegli elementi che portano all’analisi dei DCA fino ad analizzare come tutto questo può ripercuotersi nelle generazioni future (ce lo spiegano Gian Carlo Di Renzo, Valentina Tsibizova e Valentina Tosto) con tutti i rischi neuro-evolutivi a essi correlati. Troviamo, inoltre, estratti di Levas Kovarskis, Bruna Marzi, Roberto Cutajar, Monia Trasolini, Yulia Gordeeva. Tutti questi studiosi ed esperti svolgono un’analisi attenta e ad ampio raggio sui DCA, mostrando una panoramica che ne abbraccia non solo le cause, ma anche le possibili risoluzioni.
Marianna Zito