“In studio curiamo i dettagli ma non perdiamo mai la spontaneità” – La nostra intervista a Dagmar Segbers dei Dagmar’s Collectiv

Un nuovo album appena pubblicato, “Symmetry”, e un gruppo affiatato di musicisti dal talento cristallino. Due motivi più che validi per incontrare la vocalist Dagmar Segbers e farci raccontare un po’ di cose su questo progetto.
Ciao Dagmar, benvenuta! Il 10 ottobre è uscito il tuo nuovo disco “Symmetry”. Cosa rappresenta per te questo lavoro?
Grazie! Symmetry nasce da una ricerca e da un’introspezione personale. Per me rappresenta il desiderio di trovare un equilibrio tra esperienze diverse, tra passato e presente, tra radici e nuove scoperte. Ma non riguarda solo me: questo equilibrio prende vita soprattutto grazie alla mia band. Ognuno porta idee, stili e sensibilità differenti, e il bello sta proprio nel trasformare queste differenze in un suono unico e condiviso.
Symmetry fa parte di un percorso legato non solo alla tua persona ma al tuo collettivo. Ci parli meglio di questa formazione? Chi ti affianca?
Il Dagmar’s Collective è più di una band: è un gruppo di musicisti e amici con cui condivido una forte intesa. Con me ci sono:
- Michele Fazio al pianoforte, capace di trasformare ogni melodia in poesia.
- Emilio Foglio alla chitarra, elegante e versatile, dà colore e carattere a ogni brano.
- Massimiliano Laganà al contrabbasso, il nostro punto fermo, con un groove solido ma sempre raffinato.
- Sandro De Bellis alle percussioni, che arricchisce le atmosfere con sensibilità e profondità.
Non è che li abbia scelti io: mi considero fortunata a poter collaborare con musicisti di questo livello. La nostra musica nasce dall’ascolto reciproco e dal desiderio di costruire qualcosa insieme.
Avete lavorato con cura alle sonorità di queste tracce. Quale è stato il processo che avete seguito?
Abbiamo voluto dare a ogni brano spazio per respirare. Le influenze — jazz, pop, soul, latin e persino tocchi più cinematici — sono arrivate in modo naturale, senza forzature. In studio ci siamo lasciati guidare dall’ascolto e dall’ispirazione reciproca, curando i dettagli ma senza perdere la spontaneità. Il risultato è un disco che unisce mondi diversi mantenendo sempre una linea comune.
Come avete trovato l’equilibrio tra gli strumenti, lasciando spazio al talento di tutti?
Ogni strumento ha il suo ruolo e la sua voce, ma tutti insieme lavoriamo per lo stesso obiettivo. L’equilibrio nasce dalla fiducia reciproca: ognuno porta la propria personalità musicale, ma con attenzione a quello che fanno gli altri. Con il tempo abbiamo imparato a lasciare spazio quando serve e a intervenire al momento giusto. È così che le nostre differenze diventano forza, trasformandosi in un suono corale che appartiene a tutti, non al singolo.
Rispetto ai vostri precedenti lavori, cosa c’è di nuovo o di diverso in questo?
In Symmetry sentiamo di aver raggiunto una maturità e una consapevolezza nuove. Nei primi dischi raccontavamo soprattutto una ricerca: con Different Wor(L)ds le nostre radici multiculturali, con Find a Way la voglia di rinascita e di apertura. Con Symmetry invece abbiamo trovato una voce collettiva più chiara e definita. È un album che rappresenta chi siamo oggi: un gruppo unito, con un’identità sonora precisa, capace di intrecciare lingue e generi diversi in un equilibrio armonico che riflette la nostra storia comune.
La tua carriera è internazionale. Cosa hai trovato di bello (e di difficile) nel fare musica in Paesi diversi?
Il bello è la ricchezza che arriva dall’incontro con pubblici e culture diverse: in Italia la passione, in Germania la precisione organizzativa, in Svizzera l’apertura internazionale, in Olanda la voglia di sperimentare. Ogni Paese ti lascia qualcosa e ti cambia come artista. La parte difficile è che spesso bisogna ricominciare da capo, costruire nuove connessioni e adattarsi a dinamiche diverse. È faticoso, ma ti insegna a rimanere aperta e curiosa, a non smettere mai di imparare.
Grazie per essere stata con noi, ti lasciamo libera di concludere come meglio credi.
Grazie a voi! Vorrei concludere con un pensiero semplice: per noi la musica è un linguaggio senza confini. Con Symmetry speriamo che chi ascolta possa intraprendere un vero viaggio, lasciandosi guidare da sonorità e melodie autentiche. Se riuscirete a percepire almeno un po’ di questa armonia, allora avremo raggiunto il nostro obiettivo.
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