Il Bioparco di Roma e la mostra “Plasticocene”

Gli animali che popolano il Bioparco di Roma, situato all’interno di Villa Borghese, hanno tutti una storia particolare. Non sono animali acquistati o catturati nel loro ambiente naturale, ma provengono da altri bioparchi o zoo europei, e giungono a noi attraverso programmi internazionali di conservazione, come ad esempio l’EEP (Programma Europeo per le Specie Minacciate). Alcuni animali sono nati in cattività, altri sono esemplari sequestrati o salvati da condizioni illegali (come il traffico di fauna selvatica). Sono circa 1200 gli ospiti di questo micro mondo, dai lemuri alle tigri e le giraffe, scimmie grandi e piccole, dagli orsi ai tamarini imperatori.
Questo antico zoo di Roma, che è anche il giardino zoologico più antico d’Italia, diviene Bioparco nel 1998, evolvendosi e prendendo la veste odierna a partire dal 2004, portando con sé, fino ad oggi, più di cento anni di storia. La sua caratteristica principale è ricreare, su una superficie di 17 ettari, l’habitat naturale per gli animali che lo vivono, ma si distingue soprattutto per l’eliminazione delle gabbie e per la presenza di una grande voliera e dell’interessante rettilario. Quindi da zoo iniziale, è ora divenuto un luogo salvifico per le specie in via d’estinzione e in cui si tutelano biodiversità e ricerca scientifica, e dove le parole chiave sono quindi conservazione, educazione e ricerca. Infatti, il Bioparco di Roma è membro dell’EAZA, European Association of Zoos and Aquaria (Associazione Europea Zoo e Acquari) e si impegna nella partecipazione attiva a progetti di conservazione nazionali e internazionali sia ex-situ sia in-situ. Non mancano, inoltre, attività di educazione ambientale per le scuole e per il pubblico, oppure eventi di sensibilizzazione che ci insegnano a salvaguardare specie e habitat minacciati di estinzione e, ancora, eventi di ricerca continua con le università e con altre strutture zoologiche ed enti di ricerca nazionali e internazionali.
Di grande interesse è l’esposizione artistica inaugurata l’8 giugno al suo interno, in concomitanza con la “Giornata Mondiale degli Oceani”. La mostra “Plasticocene”, ideata e curata dall’artista e divulgatrice Elisabetta Milan, con il supporto scientifico del WWF Area Marina Protetta di Miramare, è allestita all’interno della Sala degli Elefanti e sarà aperta al pubblico fino all’8 dicembre 2025, portando con sé un forte valore simbolico e sottolineando l’importanza e la forza del connubio tra arte e scienza, utilizzati “per informare e sensibilizzare al rispetto e alla salvaguardia dell’ambiente acquatico e marino”. Il percorso immersivo e didattico mira a far capire, vedere e conoscere quanto è forte l’impatto della plastica nelle acque dei mari, con l’obiettivo di aprire le coscienze verso la speranza di un grande cambiamento, attraverso sei grandi installazioni, accompagnate da pannelli informativi, dal forte impatto visivo, che narrano la storia della plastica sin dalla sua nascita, per poi analizzarne l’uso e il riciclo, l’inquinamento da plastiche e microplastiche, nonché l’impatto che ha sulla vita di tutti gli esseri viventi, compresi noi umani.
Marianna Zito