“Gli spacciatori di Porta di Massa”, il potente romanzo d’esordio di Ludovico Van Baldari
Il chiostro della facoltà di Lettere e Filosofia, il chiostro di Porta di Massa, a Napoli, è un luogo popolato da tanti studenti, un viavai vivace di persone che entrano ed escono da lezioni, esami, colloqui con i professori. Un luogo perfetto anche per spacciare, per creare contatti, per socializzare, farsi conoscere, trovare il proprio spazio e racimolare qualche soldo. Al chiostro di Porta di Massa si intersecano storie di giovani che hanno fatto delle scelte rischiose e che continuano imperterriti il loro cammino, senza badare alle conseguenze, costi quello che costi.
Un susseguirsi avvincente di storie, dallo stampo cinematografico, quello che troviamo nel primo romanzo di Ludovico Van Baldari, dal titolo “Gli spacciatori di Porta di Massa” (Edizioni Iod, 2024, pp. 176, euro 15).
Le pagine scivolano via e più si va avanti, più ci si addentra nei luoghi di Napoli in cui agiscono i personaggi. E come non affezionarsi a loro, alle loro debolezze, ai loro errori, alle loro imperfezioni? Come non essere colpiti da Teresa, che spaccia hashish, ma che investe una buona parte dei guadagni portando da mangiare ai senzatetto tre volte al giorno? Come non essere solidali con Tonino, dagli occhi strabici nascosti quasi sempre nascosti dagli occhiali da sole, e dai poteri paranormali. E oltre a loro si intersecano anche le storie di Gennaro, Alda, Ciro, Giggino, e altri ancora… I loro destini a volte si sfiorano, altre volte invece si fondono, trovando un’unità profonda, una connessione speciale. Un giro di vite, si potrebbe dire. Da un unico luogo si diramano queste esistenze che desiderano solamente sopravvivere.
Il romanzo è strutturato in brevi capitoli, cosa che lo rende ancora più allettante, ma la vera chicca arriva quando, arrivati all’ultima pagina della narrazione, si passa alla sezione “Testamenti”. Per ognuno dei personaggi principali viene rivelato qualcosa, un estratto dai loro diari privati, che solo al termine possono essere svelati. D’altronde, un diario su cui scrivere è come un prolungamento di se stessi e della parte più intima che alberga in ogni persona.
“Gli spacciatori di Porta di Massa” è un esordio letterario potente, e ora non ci resta che attendere intrepidi ciò che verrà dopo.
Ludovico Van Baldari è nato nel 1982 a San Giorgio a Cremano (NA). Nel 2011 fonda con Salvatore Pica, il Teatro dei Provvisori, portando in scena, come autore e regista, pillole teatrali, adattando e traducendo in napoletano l’Elettra di Sofocle, Romeo e Giulietta di Shakespeare e l’Inferno di Dante, fino al 2013. Nel 2020, durante la pandemia, fonda Van-landia, un progetto artistico che lo ha portato a realizzare oltre mille ritratti – acquerelli – dai suoi contatti social. “Gli spacciatori di Porta di Massa” è il suo primo romanzo.
Roberta Usardi