Con la sua musica, il cantautore casertano Angelo Santangelo in arte Santangelo ci porta in un viaggio di introspezione e riflessione, affrontando temi come la paura e la vulnerabilità. In questa intervista, scopriremo cosa lo ha ispirato a scrivere il brano “Come va a finire”, come descrive il suo stile musicale e cosa significa per lui essere un comunicatore attraverso la musica.

Cosa ti ha ispirato a scrivere “Come va a finire” e come hai deciso di affrontare il tema della paura in questo brano?

La canzone nasce proprio dalla paura, che in alcune occasioni della vita ci ha frenati e ci ha fatto perdere occasioni magari importanti. Il non sentirsi all’altezza, non sentirsi pronti certe volte ci mette davvero al tappeto. Ho voluto alleggerire tutto cercando di immaginarmi un futuro dove quel qualcosa che abbiamo mancato, in qualche modo trova la strada per bussare di nuovo alla nostra porta, e magari chissà, in quel futuro saremo pronti a fare il salto.

Come descriveresti il tuo stile musicale e come è cambiato nel corso della tua carriera?

Ho avuto tante influenze musicali nella mia vita, non mi piace mettere paletti, sicuramente sono più tendente al pop. Ci sto lavorando ancora un po’, ma negli ultimi anni credo di essermi avvicinato a ciò che più mi rappresenta, poi in futuro chissà…

Qual è il significato della domanda “Quante occasioni abbiamo mancato solo perché non ci sentivamo all’altezza?” nel contesto del brano?

In alcune occasioni mi sono sentito vulnerabile, non pronto, e ho lasciato correre restando nella mia comfort zone. Col tempo ho capito che certe cose invece devi rischiarle, almeno si ha la certezza di come sarebbero potute andare.

Come hai lavorato per creare un’atmosfera intima e diretta nel brano “Come va a finire”?

Mi piace lavorare in intimità, quando scrivo un brano ho bisogno dei miei spazi. Poi in studio lo abbiamo definito per bene, ma credo che quell’intimità iniziale si percepisca in qualche modo.

Quali sono le tue influenze musicali e come le hai incorporate nel tuo stile?

Ascolto musica di tutti i generi davvero da quando sono piccolo, riesco ad entrare e adattarmi davvero a qualsiasi genere, non lo so perché. Credo che in qualche modo esca tutto fuori con le mie canzoni.

Come pensi che il tuo percorso artistico ed emotivo si rifletta nella tua musica e cosa ti aspetti per il futuro?

La musica credo sia il riflesso di ciò che siamo, quindi cerco di essere il più vero possibile. Dal futuro mi aspetto ancora tanta musica, spero di scrivere ancora tantissimo.

Cosa significa per te essere un “comunicatore” piuttosto che un “cantante” e come questo approccio influenza la tua musica e la tua relazione con il pubblico?

Mi piace creare una famiglia, un gruppo, mi piace immaginarmi tra la gente mentre ci cantiamo le emozioni e le nostre storie, credo sia un qualcosa che vada oltre la musica.

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