Diana Winter ci racconta il nuovo progetto “Collected Sounds Vol. I”

Dopo aver recensito il suo nuovo EP, abbiamo fatto una veloce ma significativa chiacchierata con Diana Winter, per capire cosa si cela dietro la volontà di riproporre in una nuova chiave alcuni brani del suo repertorio.
Ciao Diana! Puoi raccontarci come è nata l’idea dietro il concept di “Collected Sounds Vol. I” e quando hai iniziato a lavorarci?
L’idea è nata dal bisogno di rispolverare tracce del mio passato, piuttosto che buttarsi nella scrittura di qualcosa di nuovo. In questo mondo dove tutto accade velocemente e altrettanto velocemente si consuma, sentivo il bisogno di dare nuovo valore al repertorio che già ho.
Come hai scelto le tracce da rivisitare e inserire nell’EP?
Ho iniziato a lavorare con questa incredibile band, da ormai oltre un anno, e piano piano abbiamo creato il nostro sound: ci siamo lasciati guidare.
Ci sono particolari strumenti o tecniche di produzione che hai utilizzato per ottenere il sound che cercavi?
Assolutamente, l’album è stato registrato in presa diretta, sia audio che video, e c’è pochissima postproduzione. siamo arrivati in studio con gli arrangiamenti ben consolidati, e questo ci ha permesso di fare poche take. In ogni brano poi c’è una parte improvvisativa: quella non si può replicare, e in questo consiste proprio il suo fascino
Hai dichiarato di esserti ispirata a Walter Benjamin. Sintetizzare il suo pensiero non è facile, ma ti chiediamo quali sono i principi filosofici che hai cercato di applicare alla tua musica.
Il fatto di catturare il momento, il quale conferisce la vera unicità all’arte.
Anche in relazione a questo, qual è il messaggio o l’emozione che speri che gli ascoltatori percepiscano ascoltando “Collected Sounds Vol. I”?
Spero che si percepisca il sapore dell’atmosfera che si respira quando suoniamo, quell’umanità sublimata attraverso la musica.
Puoi condividere qualche aneddoto interessante o sfida che hai affrontato durante la realizzazione di questo EP?
Sicuramente scegliere di non usare tecniche di postproduzione o di registrazione a tracce separate è una sfida per qualsiasi musicista, che in questo modo è costretto ad eseguire il brano dall’inizio alla fine.